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Mittente |
Quattromani Sertorio |
Destinatario |
Sambiasi Teseo |
Data |
12/10/1597 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Cosenza |
Incipit |
Non ho lettera vostra, ne della Signora Lucretia, e Mauritio mi dice |
Contenuto e note |
Sertorio scrive a Teseo Sambiasi di non aver ricevuto nessuna lettera né da lui né dalla Signora Lucrezia [della Valle], nonostante Maurizio [si tratta forse del servitore di Quattromani citato in una lettera a Francesco Antonio Rossi del 22 agosto 1597] abbia setacciato la posta per trovarla. Quattromani ipotizza che si siano dimenticati di scrivergli perché distratti dalla compagnia della Signora Lisabetta [forse Lisabetta Beccuti]. Annuncia quindi il suo ritorno a Cosenza e dice di essere trattenuto solo dagli uffici che deve al Signor Peleo [Ferrai]. Accenna poi ad alcuni rimproveri che ha rivolto al Rosso [Francesco Antonio Rossi] per avergli raccontato "mille favole": il Rossi per questo motivo lo evita ma Sertorio gli ha imposto di andare da lui e desidera che il Signor Ruggiero [padre di Francesco Antonio Rossi] lo accolga amorevolmente. In chiusura lo invita a non dare ascolto alle dicerie e gli ricorda quanti affanni aveva dovuto sostenere "per la briga di Diomede" [Sertorio fa qui riferimento a un fatto raccontato più diffusamente in una precedente lettera a Celso Molli del 22 febbraio 1597: Diomede, servo di Teseo Sambiasi, aveva ferito un giovane e si sospettava che l'avesse fatto per ordine di Teseo]. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 168-169. |
Compilatore |
Premi Nicolò |
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