Mittente Quattromani Sertorio Destinatario della Cava Muzio
Data 16/5/1601 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Cosenza Luogo di arrivo Napoli
Incipit Ben poco, e scarsamente hanno i nostri amici lodato a Vostra Signoria
Contenuto e note Qattromani scrive a Muzio della Cava che i loro comuni amici gli hanno lodato molto scarsamente la sua Donna [Quattromani, secondo quando dice Matteo Egizio ('Vita di Sertorio Quattromani', Napoli, 1714, p. XXIV), non sì è mai sposato. La Donna di cui si parla qui è di difficile identificazione]. Spiega poi a Muzio che l'amore della sua Donna lo innalza a un onore tale da superare quello di molti eroi: a differenza sua infatti Achille, Agamennone, Scipione Africano, Augusto Cesare, Alessando Magno, Annibale, Giulio Cesare si innamorarono tutti di donnicciole di "picciolo affare", di "vil condizione" o di costumi poco lodevoli. Sertorio prosegue dicendo che neppure le donne amate dai poeti sono paragonabili alla sua Donna: la Donna di Orazio, la Lidia di Virgilio, la Lesbia di Catullo, Delia e Nemesi di Tibullo, la Cinzia di Properzio, la Corinna di Ovidio furono o di bassa levatura o poco oneste; persino la Laura di Petrarca, come si può leggere nel "sonetto del suo Colonnese" [non è chiaro a quale testo si faccia riferimento, forse un sonetto di Giovanni Colonna, corrispondente del Petrarca] non fu così ammirabile come lui la descrive; lo stesso vale per la Bice di Dante, per l'amica del Bembo e per la Donna amata dal Casa, che furono donne o di scarso valore o di pessimo carattere. Sertorio cita poi Elena e Cleopatra che, per quanto belle, non furono oneste. D'altra parte Lucrezia, per quanto onesta, non fu di animo grande. Magnanima e ardimentosa è invece, a detta di Sertorio, la sua Donna che, se si fosse trovata nei panni di Lucrezia, avrebbe reagito con coraggio uccidendo l'aggressore Tarquinio. La lettera si conclude con una descrizione della bellezza della Donna: i suoi occhi in particolare hanno tutte le qualità di cui parla Petrarca nelle tre canzoni degli occhi ['Rvf', "Perché la vita è breve", Gentil mia donna i' veggio" LXXII, LXXIII]. Quattromani ne elenca tutte le qualità fisiche e morali: la fronte, il ciglio, i denti, le labbra, il riso, la voce, l'onestà, la modestia, i pensieri onorati e prudenti, le parole sagge, il vestire pulito, semplice e mai pomposo, l'assenza di trucchi e artifici, infine l'umiltà. In chiusura invita il della Cava a tornare a trovarlo se non altro per vedere una Donna così rara. [Per spiegarsi i contenuti di questa lettera si tenga presente il riferimento alle 'Stanze' di Pietro Bembo].
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 157-161.
Compilatore Premi Nicolò
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