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Mittente |
Quattromani Sertorio |
Destinatario |
Caputi Giovanni Francesco |
Data |
20/1/1569 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Cosenza |
Incipit |
Che il signor Mario habbia scritto a Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Mario [di Ponzo] ha scritto a Giovan Francesco Caputi [nipote di Bernardino Telesio] che il Quattromani si è invaghito di Palina [donna romana non meglio identificata]: non è strano che costui racconti una simile falsità in quanto gli è sempre stato ostile, strano è che lo creda il destinatario, che è suo amico, e conosce i suoi pensieri e la schiettezza del suo animo. Quattromani, pur dichiarando di non volersi giustificare, sottolinea che non ebbe mai il minimo pensiero di amare qualcuno che non fosse la sua donna [Matteo Egizio, 'Vita di Sertorio Quattromani', Napoli, 1714, p. XXIV, sostiene che il Quattromani non si sia mai sposato. La donna in questione, che ritorna più volte nel corso della lettera, non può dunque essere la moglie]. Ciò che è accaduto realmente è che Curzio Gonzaga e altri signori, vedendolo isolato e malinconico, decisero di portarlo a vedere le bellezze delle donne romane; egli si lasciò sfuggire che, pur essendo tutte quelle donne molto belle, nessuna poteva eguagliare la bellezza di Palina, in quanto ella aveva un viso somigliante a quello della sua donna. Palina, sentendosi lusingata, iniziò ad essere amorevole con il Quattromani, ma senza malizia. Il Caputi prenda ora le sue difese e lo protegga dalle falsità che si dicono sul suo conto. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e accademico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 129-131 |
Compilatore |
Rossini Francesco |
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