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Mittente |
Quattromani Sertorio |
Destinatario |
Rossi Francesco Antonio |
Data |
22/8/1597 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Cosenza |
Incipit |
Mi rallegro, che Vostra Signoria sia giunta in Cosenza |
Contenuto e note |
Quattromani si rallegra per l'arrivo di Francesco Antonio Rossi a Cosenza. Egli sta a Napoli in solitudine perché il Principe [di Scalea, Francesco Spinelli] partì per Sabbioneta e se ne andò anche Teseo [Sambiasi, suo nipote]. Matthia [Mattia Romani] "si è serrato in casa"; [Francesco] Mauro non si allontana mai dal suo vescovo [forse Alfonso Gesualdo, vescovo di Napoli]; Giovanni Vincenzo [Egidio] si reca ogni giorno a Posillipo con "Monsignor dell'Isola" [Scipione Montalegre, vescovo della diocesi di Isola, oggi diocesi di Crotone]; Orazio [Marta] piange la lontananza del principe [di Scalea]; tutti gli altri signori sono dispersi come i figli di Israele. Maurizio [probabilmente un servitore del Quattromani] si dedica tutto il giorno ai suoi giochi e non adempie ai suoi servigi. Quattromani invia un sonetto del principe "fatto a concorrenza" di un sonetto di [Pietro] Bembo ['Rime', XX, 'Son questi quei begli occhi, in cui mirando'], che fece da modello anche ad un sonetto di [Giovanni della] Casa ['Rime', XXXIV, 'Son queste, Amor, le vaghe trecce bionde']; quest'ultimo, se non fosse per le terzine, avrebbe superato il modello. Chiede infine di mostrare il sonetto a tutti gli accademici [cosentini] e di essere raccomandato a loro. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e accademico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 120-122 |
Compilatore |
Rossini Francesco |
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