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Mittente |
Borsieri Girolamo |
Destinatario |
Serono Orazio |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Cavallasca |
Luogo di arrivo |
Milano |
Incipit |
Piacerebbero mai a Vostra Signoria queste due altre imprese ancora |
Contenuto e note |
Borsieri si domanda se mai potrebbero piacere a Orazio Serono le due imprese che gli invia. La prima è rappresentata da un narciso o un giglio quasi appassiti col motto "Ammittet speciem"; è stata immaginata da Borsieri per un giovane pieno di sfarzo e altezzoso all'apparenza, ma che in realtà medita di dedicarsi interamente alla vita religiosa. La seconda impresa è ideata per il padre [Giovanni Battista] dello stesso Borsieri: una valle investita da una pioggia battente corredata dal motto tratto dal sesto libro della 'Tebaide' di Stazio "Crescit in adversum" [v. 970], per significare che la virtù cresce nonostante la malignità dei nemici. Borsieri spiega al Serono che questa seconda impresa forse verrà dipinta "per ornamento" sulla fontana della loro villa, nonostante suoi forti dubbi a riguardo; motti morali o storie profane sono degne di palazzi, storie sacre a ornamento di templi, mentre per giardini o fontane meglio si presterebbero le favole. In merito a ciò Borsieri chiede consiglio al Serono. [La copia d'autore della lettera si conserva in Como, Biblioteca Comunale, ms Sup. 3.2.43, pp. 81-82; Caramel data la lettera tra il 1608 e il 1610] |
Fonte o bibliografia |
Luciano Caramel, Arte e artisti nell'epistolario di Girolamo Borsieri, in Contributi dell'Istituto di Storia dell'arte medioevale e moderna, Milano, Vita e Pensiero, vol. I, 1966, pp. 112-113. |
Compilatore |
de Liso Alessandra |
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