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Mittente |
Quattromani Sertorio |
Destinatario |
Bernaudo Giovanni Maria |
Data |
10/5/1589 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Cosenza |
Incipit |
Io non havea udito cosa niuna dell'infermità |
Contenuto e note |
Quattromani si scusa con Giovanni Maria Bernaudo per averlo disturbato nella sua malattia con le proprie lettere, e lo prega di non scrivergli se non si sente le forze necessarie per farlo. Confessa poi di essere venuto a sapere che il Bernaudo si era fatto capo di una fazione che voleva eleggere "a suo modo" i magistrati della città, ed è questa la ragione per cui gli aveva scritto. Saputo però che Giovanni Maria era stato molti giorni a letto e non aveva dunque potuto occuparsi di "così fatte conspirationi", Sertorio dice di ritenere i suoi informatori dei bugiardi. Si rallegra poi che il Bernaudo voglia far venire dei Padri Gesuiti a Cosenza, ma esprime il desiderio che venga "tutto un Colleggio" e non solamente due o tre Padri. Infine dice di inviare al suo interlocutore un "trattatello" [non si ha notizia di quest'opera del Quattromani se non da questa lettera] che ha composto su ispirazione del parere di una Signora [?] bella e istruita, la quale sostiene che Petrarca posponga le lettere alle armi nel 'Triumphus Famae' ['Triumphus Famae', I, 22] perché colloca le armi nella mano destra e le lettere nella mano sinistra; la donna dice che Dante invece non incorre nello stesso errore. Sertorio afferma che nel proprio trattatello ha dimostrato che anche Petrarca, come Dante, prepone le lettere alle armi. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 140-142. |
Compilatore |
Premi Nicolò |
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