Mittente Quattromani Sertorio Destinatario Bernaudo Giovanni Maria
Data 7/11/1588 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Napoli Luogo di arrivo Cosenza
Incipit Io so che Vostra Signoria aspetta con desiderio di intendere
Contenuto e note Quattromani rivela a Giovanni Maria Bernaudo il nome dell'uomo che ha scritto "le istorie d'Italia, et delle sue città, et che ha tanto celebrato i nostri Accademici": si tratta di Ambrogio Vitale [non altrimenti noto], un dotto milanese giunto da Sertorio per parlare con lui dei suoi scritti. Quattromani spiega al suo interlocutore che Ambrogio è un cosmografo, esperto nelle cose del mondo ma dal carattere suscettibile. Sertorio racconta un aneddoto che esemplifica l'irascibilità del Vitale: mentre recitava un proprio componimento, a seguito di un'osservazione fattagli da una delle astanti, si è incollerito fino alla smania. Spiega poi che Ambrogio gli ha dato da rivedere un suo libro: Quattromani dice di avervi fatto molte osservazioni di carattere retorico e metrico-prosodico ma il Vitale, pur concordando con esse, non ha introdotto correzioni. Sertorio dice poi di aver detto al Vitale che la voce "Staggirita" non gli piace e che il verso "Alta humiltate, e alterezza humile" presenta un'inutile ripetizione, diversamente dai versi 100 e 101 di 'Rerum vulgarium fragmenta', XXXVII ("Sí è debile il filo a cui s’attene") dove Petrarca non commette lo stesso errore. Infine Sertorio scrive che alcuni versi del Vitale saranno corretti, altri invece rimarrano tali: i lettori scuseranno la presenza eccessiva di nomi e cognomi, soluzione sconveniente in poesia a parere di Sertorio che cita il caso di Virgilio, il quale, volendo inizialemente scrivere un poema sui re di Alba, abbandonò l'idea "offeso dalla concorrenza di tanti nomi" e si rivolse alla scrittura dell''Eneide'.
Fonte o bibliografia Lettere di Sertorio Quattromani gentil'huomo e academico cosentino divise in due libri e la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo autore, a cura di Francesco Antonio Rossi, Napoli, Per Lazzaro Scoriggio, 1624, pp. 132-133.
Compilatore Premi Nicolò
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