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Mittente |
Pignoria Lorenzo |
Destinatario |
Gualdo Paolo |
Data |
15/7/1608 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Padova |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
Dal Signor Alpino io ho imparato |
Contenuto e note |
[Prospero] Alpino ha un rimedio contro “il pizzicore” di cui soffre Gualdo. Il quadro dei "tre Magi" è stato venduto ma il Signor Baldino [Gherardi] dice che da Gualdo non c’è bisogno di “cose antiche”. Pignoria racconta di una riunione conviviale a cui hanno partecipato [Vincenzo] Contarini, [Martino] Sandelli, [Andrea] Vettorelli. Pignoria racconta che, prendendo spunto da una ventarola con la raffigurazione del profeta Daniele che fa vaticini sul regno del re Ciro e dei Persiani presso il fiume Tigri, si è discusso sul motivo per cui spesso i profeti sono raffigurati vicino ai fiumi. Chiede al Gualdo di verificare se sia in pubblicazione la seconda parte del ‘Memoriale della Lingua Italiana’, di Jacopo Pergamini da Fossombrone e vuole sapere se Marcantonio Baldi sia vivo o morto. Invia la licenza episcopale dei suoi libri che contengono anche una 'Priapeia' che ha però il permesso. Fa sapere che il Padre vecchio di S. Bartolomeo è malato e “l’arciprete di corte” è morto. Ha inviato ad Emilio [Gualdo] e a [Ottavio] Paravicino una “verbosa lettera” con la sua opinione sulla patria di Cornelio Gallo che è stata accolta senza discussioni. |
Fonte o bibliografia |
Lettere di uomini illustri che fiorirono nel principio del secolo decimo settimo non più stampate, Venezia, Baglione 1744, pp. 69-71; cfr. Biblioteca Marciana di Venezia, Cod. CXLVI della Cl. VI (Ital.) |
Compilatore |
Maffei Sonia |
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