Mittente Lampugnani Agostino Destinatario Aprosio Angelico
Data 20/11/1645 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Pavia Luogo di arrivo Venezia
Incipit Per far bene, e presto, ho fatto tardi, e male
Contenuto e note “Per far bene e presto”, ha fatto “tardi e male”. In estate era stato da lui un certo “padre [confratello di Aprosio] don Serafino [lapsus per Agostino: cfr. con lettere del 3 agosto 1645 e 15 gennaio 1646] da Varzi”, così gli sembra di ricordare, che andava studente a Padova e che gli aveva promesso di recapitare alcune sue lettere, nonché alcuni esemplari dell’'Heroe mendico [overo de gesti di s. Alessio'] “stampato in Milano dal [Giovanni Battista] Bidelli [in realtà editore dell’allestimento sottoscritto Milano, Ghisolfi, 1645], e che hora si ristampa a Bologna” [non sono però noti ai principali repertori testimoni di questa annunciata seconda edizione], all’Aprosio, a [Giovan Francesco] Loredano, al “signor avvocato [Francesco] Pozzo” e ad altri. Mentre ancora era in attesa di un avviso di recapito di questi omaggi, ecco che riceve una lettera di Aprosio indirizzata a Milano, da dove però Lampugnani si è fatto trasferire, perché là “non haveva tempo di esercitar la penna” [cioè di dedicarsi ai propri esercizi letterari]. Dunque, ora vive a Pavia, priore nell’abbazia di S. Spirito. Gli scriva qui, il Ventimiglia, “se detto frate è ancora capitato, o se capiterà”. Si rammarica molto per “questo tiro”: [se avesse immaginato che quel religioso si sarebbe comportato in questo modo], avrebbe inviato libri e lettere attraverso “un paron di barca”, tale Dolera, che tra poco farà ritorno [da Venezia] a Pavia. Se Aprosio deve mandare qualcosa, può considerarlo un tramite sicuro, che del resto Lampugnani intende utilizzare anche per mantenere i contatti tra il Ventimiglia e [Francesco Bernardino] Ferrari, come si è impegnato a fare. Tiene nel cassetto la 'Carrozza [da nolo', poi prima ed. Bologna, Zenero, 1648], perché non desidera che sia stampata né [a Pavia], né a Milano, dove pure gli è stata ricercata. Gli andrebbe bene, invece, se fosse pubblicata a [Venezia], oppure a Bologna. Oltre alla 'Carrozza [da nolo]', ha pronta anche la 'Vita di s. Radegonda regina di Francia e monaca benedittina' [poi a stampa come 'Della vita di s. Radegonda che di gran regina si fece monaca di san Benedetto', Milano, Monza, 1649]. Ci sarebbero poi i suoi discorsi academici [poi a stampa come 'Diporti academici avuti in diverse academie', Milano, Monza, 1653], le sue “muse latine” [prevalentemente inedite, con l’eccezione di pochi versi di circostanza] e altro ancora. Sta lavorando al secondo volume dei 'Sette strali', che verterà sul Santissimo Sacramento ['Stimoli all’anima fedele per infervorarla alla divotione del Santissimo Sagramento dell’altare', inedita continuazione dei 'Sette strali d’amore vibrati da Giesù Christo in Croce all’anima fedele', Bologna, Ferroni, 1640]. Gli piacerebbe poter stampare il tutto [a Venezia]. Ha scritto in S. Giorgio [Maggiore di Venezia] a don Pietro Veneto [Pietro Vandini], chiedendogli di andare per lui a “riverire” Aprosio ed anche di mandargli alcuni [non meglio specificati] libri.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.IV.16, nr. 50
Compilatore Ceriotti Luca
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