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Mittente |
Lampugnani Agostino |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
5/8/1642 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Bologna |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Scrivo al libraro, e per l’ordinario, che viene |
Contenuto e note |
Sta per scrivere “al libraro” [Guglielmo Oddoni], e col primo ordinario della posta gli invierà “il rame intagliato con l’arma Colonna” [di cui alle lettere del 22 e 29 luglio 1642], che non si poteva incidere in dimensioni più piccole delle attuali, come anche Aprosio potrà constatare. Resta in attesa, da Aprosio, degli altri fascicoli [del 'Celidoro', ulteriori al primo, già inviatogli nel luglio 1642], e si scusa col suo corrispondente per tanto disturbo. Domani, non essendogli possibile farlo prima, si recherà in S. Giacomo [Maggiore di Bologna] a trovare il “paesano” [e confratello di Aprosio, di cui anche alle lettere del 29 luglio e del 12 agosto 1642], e farà “l’ambasciata” per conto del Ventimiglia. Lampugnani, del resto, si sente “tutto agostiniano per debito”: presso gli agostiniani ha compiuto i primissimi studi; poi, dopo la vestizione in S. Simpliciano [di Milano], ha avuto “per lettore quella santa anima del padre frate Christoforo da Bagnorea”; ed ora, a tutto questo, si aggiunge il debito “infinito” che ha maturato nei confronti di Aprosio. |
Fonte o bibliografia |
Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.IV.16, nr. 26 |
Compilatore |
Ceriotti Luca |
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