Mittente Lampugnani Agostino Destinatario Aprosio Angelico
Data 25/3/1642 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Bologna Luogo di arrivo Venezia
Incipit Hieri solo ho la lettera di Vostra Paternità Molto Reverenda
Contenuto e note Solo ieri ha ricevuto l’ultima lettera di Aprosio, consegnatagli dal padre lettore [Girolamo Bendandi]. Si rallegra che tra loro sia sorta quella familiarità che è lecito aspettarsi dall’incontro di due virtuosi, sebbene poco tempo abbiano avuto da trascorrere insieme. Quanto al suo romanzo ['Il Celidoro', prima ed. Venezia, Oddoni, 1642], non l’ha ancora dato alle stampe; anzi, al momento non dispone che dello “scartafaccio”. Recupererà il manoscritto, e farà in modo di inviarlo. In S. Giorgio [Maggiore di Venezia], presso don Pietro [Vandini] da Venezia, c’è un suo “trattato d’amore [poi a stampa come 'Squittinio d’amore. Opera academica', Bologna, Tebaldini, 1643] scritto in occasione dell’academie, con alcuni problemi”, che Lampugnani mandò per il tramite di “detto padre lettore” [Bendandi] affinché fosse preso in esame da Aprosio e da [Giovan Francesco] Loredano, dai quali sperava, “se fosse piaciuto che si publicasse”, gli fosse indicato un dedicatario e si fosse provveduto alla stampa. Così scriverà “a detto padre don Pietro”, cioè di consegnare il manoscritto ad Aprosio, che poi deciderà come pubblicarlo. Ieri si è fatta accademia [degli Indomiti] alla presenza “di questo eminentissimo legato” [Stefano Durazzo]. Anche Lampugnani avrebbe dovuto prendervi parte, ma non ne ha avuto il permesso da quell’“asino” del suo abate [di S. Procolo di Bologna, Vittorio Speroni]. Ne ha avuto dispiacere, anche perché la lezione accademica è stata tenuta dal conte Andrea [Barbazza] ed egli aveva necessità di parlargli, dato che, essendo il conte in procinto di recarsi [a Venezia], vorrebbe affidargli l’'Antiocchiale [overo risposta in difesa del cavalier Marini intorno all’Adone fatta da Balbino Balbucci', ms. Genova, Biblioteca Durazzo, 153 (B.III.13)] da consegnare ad Aprosio e, se farà in tempo [a rivederlo], anche il romanzo ['Il Celidoro']. Tutti lavori che, però, sottopone al giudizio e del Ventimiglia, e del Loredano. Anch’egli è stato sul punto di partire [per Venezia], insieme al padre lettore [Bendandi], ma quell’“asino et capra” dell’abate non glielo ha consentito. Un [qui non meglio specificato, pur dovendosi trattare di Giovanni Battista Capponi] conaccademico [Indomito] gli aveva promesso composizioni secondo la richiesta di Aprosio [relativa a una raccolta poetica per nozze, di cui alla lettera del 20 febbraio 1642], ma ha mancato all’impegno. Manda saluti al Loredano.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.IV.16, nr. 19
Compilatore Ceriotti Luca
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