Mittente Lampugnani Agostino Destinatario Aprosio Angelico
Data 20/2/1642 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Bologna Luogo di arrivo Venezia
Incipit Vostra Paternità Molto Reverenda mi scrive per compositioni
Contenuto e note Aprosio gli ha chiesto di partecipare a una raccolta di composizioni per “certe nozze”, ma Lampugnani non sente di poter contribuire, un po’ perché impegni pratici gli impediscono di concentrarsi nella creazione poetica (del resto è ben noto che “amant laeta otia Musae”), e poi perché di malumore, essendogli impedito di raggiungere [Venezia] insieme al padre lettore [Girolamo Bendandi], che è autore dell’inserta [ma ora non più allegata] 'Echo [in Indomitorum Academia attributas laudes eminentissimo protectori Iulio Sacchetto repetens, formata a Hieronymo Bendando monacho Casinensi inter Indomitos Assicuratus', Bologna, Ferroni, 1642] ed è persona, come Aprosio potrà constatare, “meritevole per le sue rare virtù”. Lampugnani gli ha consigliato di ricercare l’amicizia del Ventimiglia come quella di un uomo d’accademie e perché, dovendosi pubblicare [a Venezia] “certa sua compositione in lode di questa Serenissima Republica” [poi edita come 'Panegyricus Serenissimae Venetorum Reipublicae dictus a Hieronymo Bendando monacho Casinensi', Bologna, eredi Benacci, 1642], Aprosio certamente saprà essergli d’aiuto. Lampugnani gli ha affidato un suo “trattato d’amore” [poi a stampa come 'Squittinio d’amore. Opera academica', Bologna, Tebaldini, 1643]: vorrebbe che Aprosio lo vedesse e ne trattasse poi con “l’illustrissimo signor Loredani” [Giovan Francesco Loredano], per poi, se riterranno che sia degno di stampa, indicargli “un padrone” [nel giro veneziano] a cui poterlo dedicare. Ha informato della cosa anche don Prudente [Zineroni] da Bergamo, lettore in S. Giorgio [Maggiore di Venezia]. Col prossimo ordinario della posta spera di riuscire a mandare qualche composizione [per la sopracitata raccolta per nozze], avendone fatto richiesta al “dottor Caponi [Giovanni Battista Capponi], ch’è figlio del Capone [Giovanni Capponi] nominato nel 'Buratto'” [(Angelico Aprosio), 'Il buratto, replica di Carlo Galistoni al Molino del signor Carlo Stigliani', Venezia, Pavoni, 1642: rispettandone lo pseudonimo a suo tempo utilizzato nella 'Lettera del sig. Girolamo Clavigero scritta ad un suo amico in difesa d’un sonetto del cavalier Marino', Bologna, Benacci, 1614, Aprosio lo ricorda in particolare a p. 163]. Il conte Andrea [Barbazza] deve già avere risposto ad Aprosio, come anche gli ha detto quando si sono incontrati in Accademia [degli Indomiti di Bologna]. Sta per venire [a Venezia] la prossima Quaresima, e porterà con sé “i sonetti stilianeschi” [ossia le 'Strigliate']. [Per suo tramite] Lampugnani manderà l’'Antiocchiale [overo risposta in difesa del cavalier Marini intorno all’Adone fatta da Balbino Balbucci', ms. Genova, Biblioteca Durazzo, 153 (B.III.13)], che ora sta “rescrivendo dallo scartafaccio”.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.IV.16, nr. 18
Compilatore Ceriotti Luca
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