Mittente Lampugnani Agostino Destinatario Aprosio Angelico
Data 21/1/1642 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Bologna Luogo di arrivo Venezia
Incipit Ho ricevuto i libri bene conditionati
Contenuto e note Ha ricevuto i libri [tra cui soprattutto quattro copie di Costantino Gaetani, 'De religiosa sancti Ignatii sive sancti Enneconis fundatoris Societatis Iesu per patres Benedictinos institutione, deque libello exercitiorum eiusdem ab exercitatorio Garciae Cisnerii magna ex parte desumpto', Venezia, Tomasini, 1641, di cui alle lettere del 19 novembre 1641 e seguenti]. Li ha trovati “bene conditionati” [cioè adeguatamente occultati, quelli del Gaetani, come in precedenza aveva richiesto], e dunque commenta: “Bene ogni cosa”. Ha consegnato due copie del 'Buratto' [(Angelico Aprosio), 'Il buratto, replica di Carlo Galistoni al Molino del signor Carlo Stigliani', Venezia, Pavoni, 1642 (ma seconda metà 1641)] a un confratello di Aprosio che è venuto a ritirarle; oggi sarà dal conte [Andrea] Barbazza per dargli “il libro” [impossibile stabilire quale] a nome di Aprosio. Ringrazia poi sentitamente per il 'Vaglio' [(Angelico Aprosio), 'Il vaglio critico di Masoto Galistoni da Terama sopra il Mondo Nuovo del cavalier Tomaso Stigliani da Matera', in Rostock, per Willermo Wallop, i.e. Treviso, Righettini, 1637], che lo spinge a rivedere il suo 'Antiocchiale [overo risposta in difesa del cavalier Marini intorno all’Adone fatta da Balbino Balbucci', ms. Genova, Biblioteca Durazzo, 153 (B.III.13)] per poi portarlo, o spedirlo, [a Venezia]. Farà il possibile per fargli avere certi sonetti [probabilmente si allude alle 'Strigliate' del Barbazza, ma vi è anche possibilità che siano quelli di Giovanni Battista Marino di cui si parla nella lettera del 12 novembre 1641]. Si professa debitore di Aprosio “in cento mila guise”. [Avvisa poi, in poscritto], di aver consegnato al conte [Barbazza] il suo libro. Questi ringrazia di cuore e promette i sonetti. Ritorna poi sul proprio progetto [già comunicato in più lettere del novembre e dicembre 1641] di raggiungere Venezia insieme a “questo lettore” [di S. Procolo di Bologna, Gerolamo Bendandi], che è anche suo conaccademico [tra gli Indomiti, poi anche tra gli Incogniti]. Deve però desistere, perché l’abate [di S. Procolo, Vittorio Speroni] non glielo permette. Oggi, tuttavia, tale abate partirà per Ferrara, per essere di ritorno “avanti la Madonna”.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.IV.16, nr. 17
Compilatore Ceriotti Luca
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