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Mittente |
Dovizi, detto il Bibbiena Bernardo |
Destinatario |
de' Medici Piero |
Data |
15/9/1494 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Castel San Pietro |
Luogo di arrivo |
[Firenze] |
Incipit |
Voi intendesti la andata mia a Bologna, et come feci quello perché mandato |
Contenuto e note |
Piero de’ Medici avrà avuto notizia del viaggio di Bibbiena a Bologna [per trattare con Giovanni Bentivoglio, cfr. lettera dell’11 settembre 1494] e della scelta dei capi dell’esercito di non prendere la via del Panaro. Mentre si decideva di spostare il campo presso Bubano si è saputo che i nemici hanno spostato il loro a Sant’Agata [Sant’Agata sul Santerno] e hanno passato la notte a fortificarlo. "Monsignor de Ubigni" [Robert Stuart d’Aubigny, comandante dei Francesi] si vanta di avere un accampampamento ancor più inespugnabile del precedente; tuttavia i capi della coalizione antifrancese hanno deciso di spostarsi comunque a Bubano e di provare a recar danno ai nemici. Si teme che l’improvvisa avanzata di costoro sia motivata da una segreta intelligenza con "Furlì" [Caterina Sforza]. Nel campo nemico (dove sono concentrate 48 squadre lombarde e 12 francesi) c’è carestia di soldi e vettovaglie: due paggi francesi si sono presentati al "duca" [Ferdinando d’Aragona duca di Calabria, primogenito di Alfonso II] chiedendo del pane e sono stati rimandati ben rifocillati all’Aubigny che li reclamava. L’"abate di Filecto" [Ludovico Mondelli, abate di Filetto] è al campo, ma Bibbiena non lo ha potuto catturare perché il duca gli ha confessato che costui ha promesso a re Alfonso [Alfonso II, re di Napoli] di aver trovato un "expediente" per uccidere il re di Francia [Carlo VIII] e il "signor Ludovico" [Ludovico Sforza, il Moro]; in seguito tuttavia gli permetterà di arrestarlo. "Zachagnino" [Zaccagnino, capitano di ventura] e "Cicognano" [forse Cicognano da Castrocaro] sono arrivati al campo con le loro squadre. I nemici hanno festeggiato la "rotta di messer Obietto" [Obietto Fieschi, che a capo della flotta napoletana insieme a Federico d’Aragona era stato sconfitto nella battaglia navale di Rapallo]. Il duca manda a Firenze "Bernardino di Pichonca" per riscuotere il denaro atteso dagli oratori napoletani, che dovranno sostenere anche "don Federico" [Federico d’Aragona, fratello di re Alfonso II, sconfitto a Rapallo]. Vengono infine nominati "Salvalaglo" [staffiere al servizio dei Medici] e "Mariotto" [buffone]. La lettera è spedita dal campo aragonese presso Castel San Pietro. |
Fonte o bibliografia |
Giuseppe Lorenzo Moncallero, Epistolario di Bernardo Dovizi da Bibbiena, vol. I (1490-1513), Firenze, Olschki, 1955, pp. 106-110 |
Compilatore |
Marini Paolo |
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