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Mittente |
Dovizi, detto il Bibbiena Bernardo |
Destinatario |
Dovizi Piero |
Data |
14/3/1494 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
[Napoli] |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Io mi sono pure col nome di Dio spacciato interamente et ne vengo |
Contenuto e note |
Bibbiena scrive al fratello mentre si trova sulla via del ritorno verso Firenze a poche miglia da Napoli. Il re [Alfonso II, re di Napoli] non vede l’ora di chiudere l’accordo [con papa Alessandro VI] e gli ha chiesto di sollecitare "Virginio" [Orsini] e Luigi da Casalnuovo [i due mediatori dell’accordo]. Bibbiena ha scritto a "Ser Antonio" [Antonio Guidotti da Colle] affinché intervenga presso Virginio Orsini. Riferendosi alla lettera a Piero de’ Medici del giorno prima (13 marzo 1494) nella quale viene riportato un lungo colloquio col re, Bibbiena si scusa di aver forse ecceduto dai limiti del suo mandato: tutto resta in ogni caso nelle mani di Piero de’ Medici. Per evitare la via di Siena e l’epidemia pestilenziale, passerà da Montepulciano. Insieme al "Baccio" [forse Baccio Ugolini o Bartolomeo di S. Giminiano, secondo Moncallero] si raccomanda al fratello e chiede alla madre [Francesca Nutarrini] di raccomandarlo alla "Annuntiata" perché torni sano e salvo. Segnala infine che il "duca" [Ferdinando d’Aragona duca di Calabria, primogenito di Alfonso II] si è recato in Abruzzo. La lettera è datata solo "Die XIIII", ma nel testo si fa riferimento esplicito alla lettera a Piero de' Medici del 13 marzo 1493 inviata il giorno prima. |
Fonte o bibliografia |
Giuseppe Lorenzo Moncallero, Epistolario di Bernardo Dovizi da Bibbiena, vol. I (1490-1513), Firenze, Olschki, 1955, pp. 74-76 |
Compilatore |
Marini Paolo |
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