Mittente Erizzo Sebastiano Destinatario
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Luogo di arrivo
Incipit Quantunque io sappia dolcissimo mio bene et estimi, che voi come donna
Contenuto e note Erizzo è sofferente per il contegno sdegnoso della donna, causato, a suo avviso, dall'aver mal compreso le sue parole. Racconta dunque che il giorno quattordici del mese in cui scrive si scambiarono dei sorrisi dalla finestra, mentre tre giorni dopo ella si mostrava adirata con lui: in seguito scoprì che ella si era infastidita perché quel giorno in chiesa Erizzo dopo le funzioni liturgiche era uscito velocemente. A questo punto, il giovane le spiega che quel giorno decise di fuggire per evitare i pettegolezzi e la reazione della donna gli conferma che anch'ella è innamorata di lui; segue una breve descrizione dei comportamenti che adottano due amanti che corrispondono i sentimenti: la corrispondenza dell'amore è un fatto vantaggioso, dato che se l'amore porta alla morte dell'amante, nel caso dell'amore corrisposto quest'ultimo può rinascere nell'amata e viceversa; anzi, egli può rinascere due volte, cioè anche quando si riconosce nell'amata. Un uomo, quindi, amando una donna che ricambia il proprio amore fa sì che egli possa in un certo senso raddoppiarsi e quello che avviene è una sorta di scambio di anime. Il verso di Dante "Amor, che à nullo amato amar perdona" significa che chi non ama dovrebbe essere accusato di omicidio per il fatto che l'amato rifutando l'amore ruba l'anima e provoca la morte dell'amante. Il passo dantesco significa anche che se l'amante ha riconosciuto qualcosa di simile nell'amato, allora anche questi dovrà riconoscere la medesima similitudine nell'altro. In terzo luogo, l'amante dona tutto se stesso all'amata e diventa parte di questi; infine, l'immagine dell'amata è impressa nel cuore dell'amante e nel momento in cui ella riconosce se stessa specchiandosi in esso non può fare a meno di amare. Entrambi hanno due vite, ed è così che avviene la trasformazione dell'amante nell'amata. Ecco perché i due innamorati devono avere cura l'uno dell'altro. Ma a questo punto Erizzo si chiede come mai ella non si accorga quando egli soffre e le domanda come ella si comporterebbe al posto suo. Le invia quindi una fede d'oro con incisa la parola "illesa", come pegno del suo amore, che non finirà mai; in cambio le chiede una ciocca dei suoi capelli. Conclude con la richiesta di altre lettere.
Fonte o bibliografia Vicenza, Biblioteca Bertoliana, CODICE G 387 (277), fondo Manoscritti Antichi, 19, cc. 239v-242v.
Compilatore Marconato Claudia
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