Mittente Malvezzi Virgilio Destinatario Pallavicino Sforza
Data 28/5/1653 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Castel Guelfo Luogo di arrivo [Roma]
Incipit Tardi ed in letto m’hanno trovato
Contenuto e note Malvezzi ha ricevuto e letto, pur non godendo di buona salute, il “pezzo del componimento” [con ogni probabilità una parte del sesto libro della ‘Istoria del Concilio di Trento’] del Pallavicino da questi inviatogli, e mentre ne loda subito il brano su Martin Lutero, ammette d’esser perplesso della definizione, che vi ha trovato, della ‘Vulgata’ come di un atto di provvidenza divina a favore dei credenti cristiani in quanto scritto in una lingua conosciuta da molti: infatti, secondo il Malvezzi, gli eretici potrebbero obiettare che tal atto provvidenziale sarebbe intervenuto tardivamente (sia al momento dell’approvazione della ‘Vulgata’ da parte del papa al tempo del Concilio di Trento, sia ancor prima quando lo stesso San Girolamo formò la ‘Vulgata’) e ciò benché sempre, anche prima d’allora, vi fossero stati “l’istessa ignoranza della lingua ebrea, e l’istesso bisogno contro gli eretici”. Inoltre il Malvezzi consiglia al Pallavicino di modificare il passo dell’‘Istoria’ nel quale si parla della lettera scritta [il 26 aprile 1546], da parte dei legati del papa a Trento, [al cardinal Alessandro Farnese] a Roma, a proposito del decreto che autorizzava la ‘Vulgata’. [La corte papale romana, infatti, rimasta inizialmente perplessa di quel decreto che approvava una ‘Vulgata’ tuttavia non scevra di errori, avrebbe richiesto che in detto decreto si facesse almeno riferimento a una futura revisione di essa. Ma con l’accennata lettera inviata dai legati alla corte papale si fece notare a quest’ultima che non era certo conveniente o giovevole che il Concilio affermasse esplicitamente alcun difetto della ‘Vulgata’. Un’eccezione, questa, recepita dalla corte romana e che aveva indotto Paolo Sarpi a qualificare – erroneamente – il pensiero di quella corte come “senso de’ cortigiani”.] Date queste premesse, Malvezzi consiglia ora al Pallavicino, trattandosi di questione da non divulgarsi (e magari da cancellarne addirittura la notizia, laddove fosse divulgata), di “riferire sucintamente la notizia d’essa lettera, quanto basta a provare che questo non fu senso de’ corteggiani“ [come affermava il Sarpi]. Riconosce tuttavia, il Malvezzi, d’esser uscito dal seminato osando dare un sì grave consiglio al Pallavicino [che, in effetti, non lo seguirà, a giudicare dalla lettura del passo relativo nel sesto libro della sua ‘Istoria’].
Fonte o bibliografia Clizia Carminati, Il carteggio tra Virgilio Malvezzi e Sforza Pallavicino, “Studi secenteschi”, XLI, 2000, pp. 420-421 (lettera 26)
Compilatore Giulietti Renato
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