Mittente Pallavicino Sforza Destinatario Malvezzi Virgilio
Data 29/12/1652 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo [Castel Guelfo]
Incipit È falso quel detto che il poeta nasce
Contenuto e note Pallavicino reputa falso il detto che ‘poeti si nasce e oratori si diventa’. Infatti, anche oratori si nasce perché si nasce filosofi, e l’arte oratoria “è un’eccellente filosofia”. Aristotele [Rhet. I, 1, 1354a 1] “congiunse la rettorica con la dialettica, ma doveva anteporre la prima”. Queste riflessioni sono venute alla mente del Pallavicino dopo la lettura della lettera [in C. Carminati, ‘Il carteggio …’, Appendice, pp. 426-429] scritta dal Malvezzi a Don Luigi [Don Luis de Haro, privato di Filippo IV], nella quale si sostiene tra l’altro che Filippo IV, nonostante le “sue perdite memorabili”, è stato superiore allo stesso Carlo V fondatore della monarchia spagnola. Gli amici comuni, novizi, del Pallavicino e del Malvezzi ora non possono godere di questa illuminante lettura perché la loro condizione di novizi, appunto, li priva di simili letture - vero nutrimento dell’ingegno - destinandoli a pascoli più appetitosi. Tale lettera però il Pallavicino mostrerà senz’altro al[l’altro Pallavicino] padre Nicolò Maria. Sforza Pallavicino aggiunge d’esser giunto al quinto libro della sua ‘Istoria [del Concilio di Trento’] e d’aver recuperato fonti e materiale che gli consentono ora di convincere il suo “avversario” [Paolo Sarpi] di numerose sue falsità, cosa che non sperava certo all’inizio dell’opera. Quello che ha composto sinora abbraccia lo spazio di venti anni [dal Concilio di Pisa (1525) all’inaugurazione del Concilio di Trento (1545)]. Spera di poter inviare il suo scritto al Malvezzi ricevendone eventuali correzioni.
Fonte o bibliografia Clizia Carminati, Il carteggio tra Virgilio Malvezzi e Sforza Pallavicino, “Studi secenteschi”, XLI, 2000, pp. 418-419 (lettera 24)
Compilatore Giulietti Renato
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