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Mittente |
Pallavicino Sforza |
Destinatario |
Malvezzi Virgilio |
Data |
30/12/1645 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
[Castel Guelfo] |
Incipit |
Le lettere di Vostra Signoria Illustrissima possono ad altri augurar |
Contenuto e note |
Pallavicino scrive al Malvezzi con la consueta sovrabbondanza di lodi della persona e del talento dello zio, non disgiunte tuttavia da un sincero affetto. Forse il solo Aristotele, fra gli antichi maestri della scienza civile, è riuscito a congiungere nei propri scritti tanta virtù, tante sottigliezze, tante sentenze quante se ne trovano tutte assieme negli scritti malvezziani. E in un crescente climax il Pallavicino giunge ad affermare che gli stessi Plutarco, Senofonte e Tacito attingono acqua dalle cisterne mentre il Malvezzi “fa scaturir le fontane”. Né son lusinghe queste sue, ché il Pallavicino stesso è stato sopravanzato persino da un suo discepolo [del Collegio Romano del Gesù] nell’esternare ammirazione verso gli scritti del Malvezzi. Spera dunque il Pallavicino che il suo corrispondente continui ad avere, nel tempo, una penna che “non riposa ma vola”. Augura infine al Malvezzi, per il nuovo anno, quella felicità che [San Tommaso] l’Angelo delle Scuole attribuisce agli angeli [‘Summa Theologiae’, I, qq. 50-64]: “cioè doni soprannaturali a misura de’ naturali”. |
Fonte o bibliografia |
Clizia Carminati, Il carteggio tra Virgilio Malvezzi e Sforza Pallavicino, “Studi secenteschi”, XLI, 2000, pp. 370-371 (lettera 7) |
Compilatore |
Giulietti Renato |
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