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Mittente |
Boccalini Traiano |
Destinatario |
Stuart Giacomo I |
Data |
27/8/1612 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Socordiam illorum |
Contenuto e note |
Traiano Boccalini usa questa missiva al re d'Inghilterra Giacomo I [Stuart] per esprimere il proprio parere sulla storiografia contemporanea. È importante che gli autori scrivano il vero riguardo la società, per fornire un esempio ai contemporanei e ai posteri. Senza verità la storia è inutile, alla pari dei romanzi; da ciò nascono le infelici opere di Alfonso Ulloa, Mambrino Rosseo (Roseo), Cesare Campana. Invece oggi gli intellettuali valenti hanno smesso di comporre, inorriditi dalla sfacciata adulazione che il secolo impone agli scrittori. Inoltre è capitato che anche scrittori ottimi, offesi dai principi, si siano poi dedicati a satire e invettive per vendicarsi, dimenticando la veridicità dei fatti, come già Tacito testimoniava. L'ambizione, l'ipocrisia e l'avarizia stanno tiranneggiando l'onestà dei letterati. Gli intenti personali dei principi sono spesso coperti da pretesti religiosi. Boccalini, quindi, per scrivere del vero senza inimicarsi i principi ha usato motti di spirito e metafore; nonostante ciò è stato smascherato e la stampa della sua opera è stata bloccata. Invia lo scritto al re Giacomo I affinchè venga diffuso in Inghilterra, paese più liberale [Dopo l'incipit in latino, il testo della lettera è in volgare]. |
Fonte o bibliografia |
Traiano Boccalini, I Ragguagli di Parnaso e Scritti minori, a cura di Luigi Firpo, Bari, Laterza, 1948, III vol., pp. 361-363; Traiano Boccalini, a cura di Guido Baldassarri, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2006, pp. 828-830. |
Compilatore |
Giudici Alessia |
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