Mittente Zazzaroni Paolo Destinatario Aprosio Angelico
Data 8/5/1646 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Verona Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Né anco per imaginatione il signor Pecini ha incontrato
Contenuto e note Del lavoro affidato a [Giacomo] Pecini – quello cioè di trarre un rame da un ritratto dello Zazzaroni [rame da consegnarsi poi all’Accademia veneziana degli Incogniti (cfr. lettera dello Zazzaroni all’Aprosio del 20 gennaio 1646)] – Zazzaroni non è affatto soddisfatto: non solo egli non si riconosce nella stampa fatta dal rame, ma trova scorretto per di più il proprio nome (che va scritto con due ‘z’, cioè ‘Zazzaronus’). S’ingegni dunque a correggerlo il sig. Pecini! Per pagare l’intagliatore l’Aprosio riceverà due doppie dal sig. Bonzio referente in Venezia dei corrieri veronesi. Chiede quindi lo Zazzaroni che gli si rimandi in Verona il suo originario ritratto insieme al rame, poiché ha avuto occasione di trovare in città un artigiano capace di fargli un intaglio al naturale in meno di sei giorni, e proverà perciò ad affidargli il lavoro. Se neanche questo andrà bene, allora si userà il rame del Pecini. Il giorno passato Zazzaroni ha ricevuto due libri dall’Aprosio: l’uno lo porterà al padre [Luigi] Novarini, mentre dell’altro rende grazie. A causa delle preoccupazioni familiari dovute al ferimento di suo cognato, lo Zazzaroni non ha ancora servito l’Aprosio di “quei versi delle Stagioni” [per tali non ben precisate opere figurative, da dedicarsi a Tommaso Spinola, lo Zazzaroni è stato richiesto dall’Aprosio di comporre dei quadernari (quartine)]. Ma ora che suo cognato è fuori pericolo chiede se è ancora in tempo per comporre quei versi.
Fonte o bibliografia G. L. Bruzzone, Paolo Zazzaroni poeta veronese del Seicento, “Atti e Memorie dell'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona”, CLXXXI, 2009, pp. 283-322, p. 312 (lettera XXI)
Compilatore Giulietti Renato
Torna all’elenco dei risultati