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Mittente |
Zazzaroni Paolo |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
4/5/ |
Tipo data |
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Luogo di partenza |
Verona |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
L’accidente stravagante accaduto nella persona di un mio cognato |
Contenuto e note |
[I contenuti di questa lettera inducono a leggere 1646 piuttosto che 1648 l’anno della data edita (4 maggio 1648)]. Il ferimento di un suo cognato, ridotto in pericolo di vita, ha dato allo Zazzaroni tutt’altri pensieri che quello d’applicarsi alla composizione poetica. L’Aprosio non vedrà perciò uniti, in questa lettera, quei “versetti promessi[gli] per le Stagioni” [per tali non ben precisate opere figurative, da dedicarsi a Tommaso Spinola, lo Zazzaroni è stato richiesto dall’Aprosio di comporre dei quadernari (quartine)]. L’Aprosio dovrà dunque attendere per vederli. In più lo Zazzaroni chiede all’Aprosio che solleciti il lavoro a suo tempo affidato a [Giacomo] Pecini – quello cioè di trarre un rame da un ritratto dello Zazzaroni [rame da consegnarsi poi all’Accademia veneziana degli Incogniti (cfr. lettera dello Zazzaroni all’Aprosio del 20 gennaio 1646)], visto per di più che è cominciata la stampa degli “elogij” [‘Le Glorie de gli Incogniti o vero gli huomini illustri dell'Accademia de' signori Incogniti di Venetia’, Venezia, Valvasense, 1647] dove il rame dello Zazzaroni dovrà comparire. I signori Fontana, cui l’Aprosio ha affidato la consegna di alcuni libri per lo Zazzaroni, sono sconosciuti a quest’ultimo che non li ha ricevuti. Forse l’Aprosio farebbe bene a rimandarli attraverso i corrieri di Verona. |
Fonte o bibliografia |
G. L. Bruzzone, Paolo Zazzaroni poeta veronese del Seicento, “Atti e Memorie dell'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona”, CLXXXI, 2009, pp. 283-322, p. 316 (lettera XXIX) |
Compilatore |
Giulietti Renato |
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