Mittente Zazzaroni Paolo Destinatario Aprosio Angelico
Data 20/1/1646 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Verona Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Mando qui annessa a Vostra Signoria la strofe desiderata
Contenuto e note Lo Zazzaroni spedisce con questa lettera [ma non vi è più unita], composta come suggerito dall’Aprosio, l’ottava strofa della propria canzone celebrativa di [Giuliano e Tommaso Spinola (cfr. lettera dello Zazzaroni all’Aprosio del 17 dicembre 1645): la canzone apparirà nello ‘Scudo di Rinaldo’ aprosiano]. Se avesse saputo fin da principio cosa aveva in mente l’Aprosio, lo Zazzaroni avrebbe “portato il filo della compositione in altra maniera” e si sarebbe “esteso con più garbo”. Ha pensato, inoltre, lo Zazzaroni di rimuovere dalla canzone l’ultima strofa e di farla terminare con il verso “E il non più oltre a l’ardir mio prescrisse”, ed infine di chiamare questa sua composizione ‘ode’ e non ‘canzone’ [modifiche, queste, che troviamo accolte nell’edizione definitiva a stampa dello ‘Scudo’]. Tutto, però, a discrezione dello stesso Aprosio, che viene autorizzato ad intervenire laddove lo ritenga necessario. Passando ad altro, Zazzaroni scrive di mandare all’Aprosio, in copia, il ‘rame’ del proprio ritratto, intagliato da un artigiano di Padova (ma dallo Zazzaroni ritenuto inadeguato) insieme all’originale della sua effigie in pittura affinché l’Aprosio veda se in Venezia si trovi un artefice più capace per realizzare un rame migliore. Si raccomanda, tuttavia, di vigilare che non si rovini la pittura originale. Chiede poi di essere informato se “la misura dell’ornato” del rame fatto a Padova sia conforme a quella degli altri ritratti fatti realizzare dall’Accademia [degli Incogniti] e se il nome del letterato elogiato debba essere scritto in volgare o in latino: potrà, per ciò, l’Aprosio consultarsi con [il segretario dell’Accademia padre Agostino] Fusconi. Zazzaroni chiede, inoltre, all’Aprosio di voler consegnare a Tommaso Spinola un’annessa [ma oggi non più unita] lettera. Manda infine al suo corrispondente i saluti dei signori Sagramosi [Sagramoso e Marc’Antonio, padre e figlio rispettivamente] e quelli del signor [Francesco] Pona.
Fonte o bibliografia G. L. Bruzzone, Paolo Zazzaroni poeta veronese del Seicento, “Atti e Memorie dell'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona”, CLXXXI, 2009, pp. 283-322, pp. 307-308 (lettera XV)
Compilatore Giulietti Renato
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