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Mittente |
Zazzaroni Paolo |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
17/12/1645 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Verona |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Veggo a caratteri eterni dalla penna di Vostra Signoria registrate |
Contenuto e note |
Zazzaroni, che ha letto alcuni fogli di stampa dell’aprosiano ‘Scudo di Rinaldo’ [che uscirà nel 1646 come 'Lo scudo di Rinaldo overo lo specchio del disinganno' opera di Scipio Glareano, Venezia, Hertz], vi ha trovato, a pag. 119, onorato il proprio nome e citate alcune stanze del suo ‘Giardino [di poesie distinte in Mirti, Viole, Rose, Allori, Cipressi, Spine’, Verona, B. Merlo, 1641]. Afferma di sentirsi onorato di tale menzione, in un libro che, peraltro, è già nelle mani dei letterati della città ai quali tutti esso piace: solo che – aggiunge – “ si dura fatica a insinuar loro che questa … opera sia solamente invettiva contro la moda, e non satira contra le donne”. È comunque un’opera bella e d’ingegno, e perciò l’Aprosio non deve temere Zoili, Mevi o Aristarchi, anzi, tutti – fra i quali il signor Sagramoso [Sagramosi] – sono a favore di essa. Tra l’altro, [da stamparsi in questo libro quale dedicatoria a Giuliano Spinola], l’Aprosio ha chiesto una canzone allo Zazzaroni il quale però chiede tempo – potrebbe cominciare a lavorarci a inizio dell’anno - essendo costantemente impegnato nei Consigli cittadini. |
Fonte o bibliografia |
G. L. Bruzzone, Paolo Zazzaroni poeta veronese del Seicento, “Atti e Memorie dell'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona”, CLXXXI, 2009, pp. 283-322, pp. 305-306 (lettera XI) |
Compilatore |
Giulietti Renato |
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