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Mittente |
Mosca Antonino |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
23/2/1648 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Piacenza |
Luogo di arrivo |
Ventimiglia |
Incipit |
Vivevo pur assai voglioso d'intendere qualche cosa |
Contenuto e note |
Mosca, desideroso di avere notizie di Aprosio, a questo proposito già aveva scritto a "padre Grisanto" [Crisanto Solari] chiedendogli di essere informato allorché il Ventimiglia fosse rientrato a Genova. La lettera che Aprosio gli ha inviato gli è dunque grata, e perché soddisfa questo desiderio, e perché gli dimostra come Aprosio ancora si ricordi di lui. Si dice lieto che il suo interlocutore sia in procinto di andare a "predicare alla sua patria" [Ventimiglia]. Anche lo ringrazia per averlo aggiornato riguardo a un certo loro "passato interesse", in relazione al quale deve tuttavia precisare che le note [bio-bibliografiche riguardanti lo stesso Mosca e il suo confratello teatino Andrea Costa] chiestegli da Aprosio sarebbero a suo avviso "superflue", avendone egli già mandate di analoghe a Venezia insieme "con i ritratti" [suo e del Costa, destinati a essere riprodotti su un matrici calcografiche]. Se necessario, promette comunque che vi provvederà, pur sottolineando la difficoltà di "darne parte anche al padre Costa", che, come Aprosio sa, ormai è in viaggio per Barcellona. Se il Ventimiglia volesse scrivere al [qui non meglio specificato] "amico in Venetia", la cosa sarebbe presto risolta, dato che questi deve avere "conservate senz'altro queste notitie". Giuseppe Spinola, suo "scolaro", è partito per Verona, come del resto Aprosio dovrebbe già sapere. |
Fonte o bibliografia |
Gian Luigi Bruzzone, Corrispondenti teatini di padre Angelico Aprosio (1607-81), "Regnum Dei. Collectanea Theatina", L, 1994, p. 281 |
Compilatore |
Ceriotti Luca |
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