Mittente Brizio Paolo Destinatario Aprosio Angelico
Data 27/5/1661 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Alba Luogo di arrivo
Incipit Per obbedire alli affettuosi et amorevolissimi cenni
Contenuto e note Il vescovo Brizio manda all'Aprosio, in questa lettera, un “ristretto” della propria vita e delle proprie opere - materiale che dovrebbe essere piuttosto celato che mostrato all’avvocato ed erudito [Lorenzo] Crasso, “fenice eruditissima del nostro secolo” [questi pubblicherà gli ‘Elogii d’huomini letterati’, Venezia, Combi & La Noù, 1666] - il tutto insieme a un suo “libro sinodale” [P. Brizio, ‘Synodus quarta historialis sanctæ Albensis Ecclesiæ …’, Carmagnola, B. Colonna, 1658] nel quale si trova la genealogia di casa Brizio che risale in su fino al regno di Ibernia (Irlanda) “dove sono usciti miracolosi santi”. Saluta dunque l’Aprosio, attraverso il quale porge i suoi omaggi anche al Crasso. Seguono, nella lettera, la vita e le opere del Brizio, “chiamate dal padre [Andrea Rossotti (Rossotto)] fogliense di S. Bernardo et padre Aprosio già vicario generale dei padri agostiniani eremitani”. Dunque, l’attuale mons. Paolo (“nel secolo Fabritio”) Brizio, vescovo di Alba e cavaliere e conservatore della sacra religione dei SS. Maurizio e Lazzaro, nacque il 7 aprile 1597 a Bra, “o sij Braida primo capitaniato della città d’Asti e membro delicioso dell’antichisima e tanto celebrata citta di Pol[l]enzo”. Figlio del dottor Gabriele e di Margarita Bettina (Bettini) di ascendenza senese, entrò a 15 anni nell’ordine dei minori osservanti. Dopo essere stato nei conventi di S. Maria degli Angeli fuori Cuneo e di S. Tom[m]aso di Torino, fu mandato a studiare a Gaeta e poi nel convento di S. Maria Nuova di Napoli: qui studiò quattro anni di teologia con i lettori Andrea Moriselo, Giuseppe Radaeli e Gian Battista Campagna [G. B. Visco]. Nel 1623 fu designato lettore di filosofia nel medesimo convento napoletano di Santa Maria Nuova, poi lettore di teologia prima all’Aquila, poi a Piacenza, a Mantova (dove però non andò) e quindi nel convento di S. Tom[m]aso di Torino. Nel 1626 divenne custode provinciale e poi guardiano e lettore nel convento di Cuneo, tempo in cui promosse la devozione del beato Angelo da Chivasso. Fu successivamente mandato, dal padre provinciale Angelo Gabriele Brizio suo fratello, alla cura del convento di Bra sua città natale; di qui ancora si spostò nel 1632 a Torino come guardiano e lettore nel convento di quella città: divenne allora teologo e consigliere di Vittorio Amedeo duca di Savoia. L’anno seguente fu creato provinciale della provincia di S. Tom[m]aso del Piemonte. Nel 1634 fu inviato dal duca presso il Cardinale Infante [Ferdinando d’Asburgo], residente in quel tempo a Barcellona, e quindi, per altri affari, a Madrid dal Re Cattolico [Filippo IV di Spagna]. Fu quindi eletto definitore generale al capitolo di Toledo. Nel 1635 dal padre generale Campagna fu mandato visitatore di Venezia e di Brescia e poi, dal card. [Antonio] Barberino (Barberini), alla presidenza del capitolo della Marca anconetana. Fu inviato quindi di nuovo a Venezia e poi presso l’ambasciatore [di Savoia] presso il papa (Ludovico San Martino d’Agliè marchese di San Damiano). Finalmente, nominato da [Cristina di Francia] madama reale di Savoia regina di Cipro ad Urbano VIII pontefice, divenne vescovo di Alba nel 1642, reggendo esemplarmente quella chiesa e restaurando, tra l’altro, il palazzo episcopale “con averli ne i suoi saloni fatto dipingere tutta la diocesi e le genealogia di Sassonia e quattro marchesi d’Italia, come anche le vite elogiate de i vescovi”. Segue, nella lettera, un elenco di “opere composte e stampate da mons. Paolo Britio di Bra, vescovo di Alba”. La prima è cosi descritta “‘La vita del Beato Angelo di Chivasso minore osservante’, auttore della ‘Somma Angelica’ fatta stampare dalla città di Cuneo l’anno 1628” [P. Brizio, ‘Domenica undecima doppo la Pentecoste, Predica fatta nella venerabile chiesa di S. Maria degl’Angeli di Cuneo sopra il Vangelo corrente in lode del B. Angelo da Chivasso’, Cuneo, C. Strabella, 1926; Maurizio (Sarralia) da Mondovì, ‘Summae Angelicae compendium’, Cuneo, C. Strabella, 1628]. La seconda opera descritta è la ‘Historia seraphica Provinciae Sancti Thomae [Torino, Giovan Giacomo Rustis, 1642]. Della terza – i ‘Progressi della Chiesa occidentale [in sedici secoli distinti ...’] – si dice che il primo tomo “è stampato [Carmagnola, B. Colonna, 1648] e li altri doi poco tarderanno ad uscire in luce” [in realtà il primo tomo sarà l’unico pubblicato]. La quarta opera elencata è ‘La vita di Carlo Emanuele detto il Grande Duca di Savoia’ “in lingua latina” [‘Sabaudia rediviva, seu vita Caroli Emmanuelis I, Sabaudiae Ducis’, composta a Torino nel 1661, conservata manoscritta presso la Biblioteca Reale di Torino]. La quinta ed ultima opera elencata sono gli ‘Elogij’ “di 57 vescovi d’Alba suoi antecessori”.
Fonte o bibliografia G. L. Bruzzone, Un’autobiografia e dodici lettere di mgr Paolo Brizio, minore osservante, “Studi francescani”, a. 99, 2002, n. 3-4, pp. 286-291 (lettera IX)
Compilatore Giulietti Renato
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