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Mittente |
Beccadelli Ludovico |
Destinatario |
Gualteruzzi Carlo |
Data |
29/5/1557 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Ragusa |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Hoggi trovandomi in Villa ho ricevuto la vostra del sabbato santo |
Contenuto e note |
Ludovico Beccadelli scrive a Carlo Gualteruzzi aggiornandolo di aver ricevuto alcune sue lettere arretrate e informandolo della volontà di Giovanni Agostino [Fanti] di vederlo a Bologna. Beccadelli rinnova inoltre la preghiera all’amico e a monsignor “Morono” [Giovanni Morone] di poter avere per l’Avvento e la Quaresima un buon predicatore. L’arcivescovo di Ragusa prosegue la lettera riferendosi a Marino Caboga e spera che la causa contro costui arrivi a Roma in modo che sia ben conosciuta da tutti la zizzania che questi ha sparsa per il territorio ragusano. Beccadelli sostiene che farà di tutto perché la questione venga risolta a Roma e chiede al suo destinatario di vedere la questione insieme a Decio Alberio [Decio Alberio da Cervia auditore del Cesis [cardinale Federico Cesi, vescovo di Cremona dal 1551]. Il mittente specifica di tenere a questo chiarimento perché vuole che la sua gente sappia che il loro>suo arcivescovo è in buona fede e non maligno, come invece era stato accusato di essere in una scrittura dell’arcidiacono. Beccadelli comunica inoltre di voler affidare le sue questioni bolognesi a “monsignor Civita di Penna” [Tommaso Contuberio vescovo di Atri e Penne dal 1554 al 1561]. |
Fonte o bibliografia |
M. C. Tarsi, Per il carteggio Beccadelli-Gualteruzzi (II), “Le lettere sono imagini di chi le scrive” corrispondenze di letterati di Cinque e Seicento, a cura di R. Ferro, Bergamo, Edizioni di Archilet, 2018, pp. 30-33. |
Compilatore |
Zanazzi Alessandra |
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