Mittente [Savorgnan] [Maria] Destinatario [Bembo] [Pietro]
Data 29/3/1501 Tipo data congetturale
Luogo di partenza [Ferrara] Luogo di arrivo [Ferrara]
Incipit A voi me aricomando asai. Dite pure agli nostri come sète stato e ogi e questa sera
Contenuto e note Maria Savorgnan scrive a Pietro Bembo [suo amante e amico della famiglia del defunto marito Giacomo Savorgnan], il quale si è recato a farle visita [a Ferrara] ma ha deciso improvvisamente di tornare a Venezia. Gli chiede, una volta tornato a Venezia, di raccontare ai suoi [i membri di casa Savorgnan che risiedono a Venezia] come è stato [a Ferrara, ospite della parte della stessa famiglia che ivi risiede temporaneamente], e il motivo per il quale ha deciso improvvisamente di andarsene. Gli dice inoltre di ricordarsi di un libro spagnolo [non meglio specificato]. Lo prega di ricordare a Tristano [Savorgnan, fratello di Giacomo e designato per via testamentaria tutore della vedova], a voce o per iscritto, di portarle delle pigne [quando raggiungerà Maria e il resto della famiglia a Ferrara]. Gli chiede inoltre di riferire alle donne [di casa Savorgnan] che è suo desiderio che Giulia [forse da identificarsi con una delle figlie di Maria, che portava appunto questo nome, oppure in un'altra componente della cerchia domestica Savorgnan] si sistemi i capelli [il problema tricologico di Giulia ricorre anche nella lettera di Maria del 26 febbraio, incipit "Dite a Moise che mi faci uno spechio da foco", Se mai fui vostra, p. 99, num. 66]. I luoghi di partenza e di arrivo non sono indicati, ma, dall'annotazione "Ferrarie cum essem" apposta da Bembo sul retro della carta, si desume che la lettera è stata ricevuta da Bembo nella città estense; nel medesimo luogo si trovava anche Maria, come si evince dai suoi accenni al fatto che Bembo era stato ospite di lei, ed era poi partito per Venezia. La breve visita di Bembo a Ferrara è testimoniata anche dalle lettere di Maria del 18 marzo 1501, Se mai fui vostra, p. 100, num. 68, incipit "Mandate el leuto picciolo, el più picciolo, e tutti e retratti", e del 20 maggio 1501, ivi, p. 102, num. 72, incipit "Io ho riceute vostre letere, anzi pur lacrime". Farnetti, in Se mai fui vostra, pp. 126-127, fa notare che dalla lettera del 3 aprile 1501 di Bembo (Carteggio, pp. 128-129, num. 73), si deduce che l'incontro ferrarese tra gli amanti era stato "infelice, almeno per lui". La data (sul verso della carta: "29 Martij MDI") non è segnata dalla mittente, ma ricostruita dal destinatario, probabilmente a distanza di tempo (Carteggio, p. XXXIV), come si evince anche dall'uso dell'imperfetto congiuntivo latino. Pur riferendosi tale notazione alla ricezione, non all'invio della missiva, trovandosi Pietro e Maria nella stessa casa, si può senz'altro dedurre che la lettera sia stata scritta, inviata e ricevuta nel medesimo giorno. La lettera è contrassegnata da Pietro con il numero "LXXX", segnato sul verso della carta. Per una descrizione della corrispondenza e delucidazioni in merito ai personaggi coinvolti, si vedano Carteggio pp. VII-XXXIV e Se mai fui vostra, pp. 6-51.
Fonte o bibliografia La lettera è criticamente edita in Maria Savorgnan, Se mai fui vostra. Lettere d'amore a Pietro Bembo, nuova edizione critica a cura di Monica Farnetti, Ferrara, Edisai, 2012, p. 100, lettera num. 69; e in Maria Savorgnan-Pietro Bembo, Carteggio d'amore (1500-1501), a cura di Carlo Dionisotti, Firenze, Le Monnier, 1950, p. 38, lettera num. 69. Per l'originale autografo: Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana, Cod. Vat. lat. 14189, c. 69r, lettera contrassegnata con il num. LXXX sul verso della carta da Pietro Bembo.
Compilatore Caiazza Ida
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