|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
[Savorgnan] [Maria] |
Destinatario |
[Bembo] [Pietro] |
Data |
26/2/1501 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
[Ferrara] |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Dite a Moise che mi faci far uno spechio da foco |
Contenuto e note |
Maria Savorgnan incarica Pietro Bembo [suo amante e amico della famiglia del defunto marito, Giacomo Savorgnan, il cui testamento vincola la vedova alla castità, pena la perdita della tutela dei figli, e assegna al fratello Tristano Savorgnan l'esecuzione di tale disposizione] di fare da tramite tra lei e la sua famiglia, rimasta a Venezia, dimostrando come il poeta fosse, sorprendentemente, in stretto contatto con essa. Vengono citati moltissimi nomi, tra cui Moise [Mosheh da Castellazzo, un medaglista, probabilmente ebreo, residente a Mestre e attivo a Venezia e Ferrara, Carteggio, p. 151], la madre adottiva (G. Meneghetti, La vita avventurosa di Pietro Bembo umanista, poeta, cortigiano, Venezia, Tipografia Commerciale, 1961, p. 24), Menicha, Faustina e Iachomina [due giovani di cui Maria si prende cura, ma che non sono figlie sue (Se mai fui vostra, p. 125)], Iulia, [sua figlia (la Savorgnan fu madre di due maschi, Pagano e Giovanni Battista, e di due femmine, Giulia e Lucina. L. Casella, I Savorgnan. La famiglia e le opportunità del potere (secc. XV-XVIII), Roma, Bulzoni, 2003, pp. 61 ss.)], Lucia [una sua cugina acquisita], e l'àmeda [la zia (dal latino "amita", G. Boerio, Dizionario del dialetto veneziano di G. B., Venezia, A. Santini e Figlio, 1829, p. 10)] a cui fa chiedere di preparare un'unzione per i "rosegoni", ovvero le piaghe prodotte sul cuoio capelluto da qualche tipo di malattia (dal latino "rosegare", rodere, corrodere, rosicchiare, Se mai fui vostra, p. 125). Come ultima cosa, Maria Savorgnan chiede a Pietro Bembo di riferire alle sue donne ("le done mie") che passata la domenica avrebbe fatto ritorno da loro a Venezia. La data (sul verso della carta: "26 Febr. MDI ex Ferrariae") non è segnata dalla mittente, ma ricostruita dal destinatario, probabilmente a distanza di tempo: si riferisce dunque alla ricezione, non all'invio della missiva. Il numero progressivo segnato da Bembo sul verso della carta è il "LXXVII". Per una descrizione della corrispondenza e delucidazioni in merito ai personaggi coinvolti, si vedano Carteggio pp. VII-XXXIV e Se mai fui vostra, pp. 6-51. |
Fonte o bibliografia |
La lettera è criticamente edita in Maria Savorgnan, Se mai fui vostra. Lettere d'amore a Pietro Bembo, nuova edizione critica a cura di Monica Farnetti, Ferrara, Edisai, 2012, p. 99, lettera num. 66. Maria Savorgnan-Pietro Bembo, Carteggio d'amore (1500-1501), a cura di Carlo Dionisotti, Firenze, Le Monnier, 1950, pp. 36-37, lettera num. 66. Per l'originale manoscritto: Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana, Cod. Vat. lat. 14189, c. 66r, lettera contrassegnata con il num. LXXVII sul verso della carta da Pietro Bembo. |
Compilatore |
Leonardi Francesca |
|
 vai al documento
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|