Mittente [Savorgnan] [Maria] Destinatario [Bembo] [Pietro]
Data 26/7/1500 Tipo data congetturale
Luogo di partenza [Venezia] Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Vi ho inteso benissimo, ma non son tante cose come fate voi.
Contenuto e note Maria Savorgnan scrive a Pietro Bembo [suo amante e amico della famiglia del defunto marito, Giacomo Savorgnan, le cui disposizioni testamentarie vincolano la vedova alla castità, pena la perdita della tutela dei figli], alludendo con tono risentito al fatto che lui passi il tempo in canti e balli, come già espresso nella lettera datata 24 Luglio "Io sto male e voi state in canti e 'n suoni" (Se mai fui vostra, p. 77, num. 11). Entrambe le lettere fanno riferimento alla lettera del Bembo datata 24 Luglio "Ora ora, che sono le quattro, si parte da me Taddeo Toscano" (Carteggio, pp. 79-80, num. 41), in cui Bembo menziona la visita di Taddeo Toscano, che lo ha intrattenuto cantando e suonando il liuto. Maria Savorgnan invita poi Pietro Bembo a venire da lei l'indomani "a vinti ore" anziché il giorno stesso, e gli chiede di portarle una sua lettera che lei gli aveva rimandato scrivendovi "due [...] righe". Infine lo invita a dire a B.[Bernardino Sbrojavacca da Udine, designato guardiano della castità della vedova Maria Savognan da Tristano, fratello del defunto marito Giacomo Savorgnan] di avere intenzione di visitarla, qualora dovesse incontrarlo. La data (sul verso della carta: "26 Iul. MD") non è segnata dalla mittente, ma ricostruita dal destinatario, probabilmente a distanza di tempo (Carteggio, p. XXXIV): si riferisce dunque alla ricezione, non all'invio della missiva, ma trovandosi mittente e destinatario entrambi a Venezia, si può desumere che invio e ricezione siano avvenuti nel medesimo giorno. Il numero progressivo segnato da Bembo sul verso della carta è il "XIII". Per una descrizione della corrispondenza e delucidazioni in merito ai personaggi coinvolti, si vedano Carteggio pp. VII-XXXIV e Se mai fui vostra, pp. 6-51. Come nota Dionisotti, il riferimento all'insonnia "sino cinque hore" fa riferimento alla già citata lettera del Bembo del 24 Luglio "Ora ora, che sono le quattro, si parte da me Taddeo Toscano", che si conclude con la menzione del fatto che sono scoccate le cinque ore: "Suonano tuttavia le cinque ore" (Carteggio, p. 143). Dionisotti nota altresì come l'incipit della lettera si riferisca ad una imprecisata lettera apologetica di Bembo , e come esso venga da lui ripreso nella lettera del 25 Luglio "E io v'ho benissimo intesa" (Carteggio, p. 143, num. 42).
Fonte o bibliografia Maria Savorgnan, Se mai fui vostra. Lettere d'amore a Pietro Bembo, nuova edizione critica a cura di Monica Farnetti, Ferrara, Edisai, 2012, p. 78, lettera num. 12. Maria Savorgnan-Pietro Bembo, Carteggio d'amore (1500-1501), a cura di Carlo Dionisotti, Firenze, Le Monnier, 1950, p. 9, lettera num. 12. Cod. Vat. lat. 14189, c. 12r, lettera contrassegnata sul verso della carta con la data "26 Iul. MD" e il numero "XIII" da Pietro Bembo.
Compilatore Ferrini Roberto
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