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Mittente |
c [Maria] |
Destinatario |
[Bembo] [Pietro] |
Data |
20/7/1500 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
[Venezia] |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Non iurarei chi di nui fose el più tormentato |
Contenuto e note |
Maria Savorgnan scrive a Pietro Bembo [suo amante e amico della famiglia del defunto marito, Giacomo Savorgnan, il cui testamento vincola la vedova alla castità, pena la perdita della tutela dei figli, e assegna al fratello Tristano Savorgnan l'esecuzione di tale disposizione], mettendo a confronto la propria afflizione d'amore con quella di lui. Esprime il timore che Bembo non abbia ancora totalmente dimenticato un precedente amore, e la speranza che un giorno lei possa dirsi il suo unico pensiero amoroso. Gli dice di non mandare presso di lei C. [Cola Bruno, segretario di Bembo], e promette di mandare lei presso di lui, quotidianamente, F. [Francesco, suo messaggero]. Afferma di aver scritto la lettera interrompendosi molte volte per riporla dietro una cassa [probabilmente per la necessità di non farsi soprendere nell'atto di scrivere, di per sé compromettente]. Il risultato è un testo confusionario, che il suo destinatario potrà comprendere grazie alla facoltà di chi ama di cogliere anche ciò che non è effettivamente scritto [di cui Bembo tratta nelle lettere del 20 febbraio 1500, incipit "Anima dolcissima mia, poi che le nemiche d'ogni bene, e d'ogni basso cuor donne, invidia e sospezione" (Carteggio, p. 48, no.2), e del 31 luglio 1500, incipit "Non mi basterebbono mille oh di Do[nata] a dimostrarvi la maraviglia" (Carteggio, pp. 81-82, num. 43)]. Afferma di essersi convinta a rispondere dopo aver ricevuto ben tre lettere [di Bembo, il che è confermato dall'annotazione "In risposta di tre mie" apposta dallo stesso sul recto della carta]. I luoghi di partenza e di arrivo non sono indicati, ma l'accenno all'invio quotidiano di Francesco, presentato come manovra molto agevole a compiersi, conferma che entrambi gli amanti si trovano a Venezia. La data non è segnata dalla mittente, ma ricostruita dal destinatario, probabilmente a distanza di tempo (Carteggio, p. XXXIV): si riferisce dunque alla ricezione, non all'invio della missiva, ma trovandosi mittente e destinatario entrambi a Venezia, si può desumere che invio e ricezione siano avvenuti nel medesimo giorno. Le incertezze di Bembo nel ricostruire il momento della ricezione della missiva sono testimoniate da una serie di datazioni ipotetiche poi scartate. Sul verso della carta, Bembo annota ben quattro date - nell'ordine, in colonna: 20, 19, 20, 21 Iul. MD. Il 19 e il 20 centrali sono barrati; il 20 in cima è sottolineato. Sul recto della carta, in cima, Bembo annota: "XIII Kl. Aug. MD In risposta di tre mie", il che conferma come definitiva la datazione del 20 luglio. La lettera che nel carteggio riordinato da Bembo precede questa (incipit "No mi meraviglio che sì presto dil vostro eror vi siate acorto") è datata dallo stesso Bembo al 21 luglio (anche in questo caso due ulteriori date ipotetiche, quelle del 19 e del 20, sono barrate). In contraddizione rispetto a queste date, alla lettera del 20 luglio è assegnato il numero "VI", mentre a quella del 21 luglio il "V": la discrepanza tra l'ordine e le date delle missive è riconducibile alle esitazioni di Bembo nel riordino del carteggio (Carteggio, p. 141, Se mai fui vostra, p. 109). Circa la datazione e la numerazione delle lettere di Savorgnan, si veda quanto osservato in Carteggio, XXXV-XXXVIII. |
Fonte o bibliografia |
La lettera è criticamente edita in Maria Savorgnan, Se mai fui vostra. Lettere d'amore a Pietro Bembo, nuova edizione critica a cura di Monica Farnetti, Ferrara, Edisai, 2012, p. 75, lettera num. 6; e in Maria Savorgnan-Pietro Bembo, Carteggio d'amore (1500-1501), a cura di Carlo Dionisotti, Firenze, Le Monnier, 1950, pp. 5-6, lettera num. 6. Per l'originale manoscritto: Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana, Cod. Vat. lat. 14189, c. 6r, lettera contrassegnata con il num. VI sul verso della carta da Pietro Bembo. |
Compilatore |
Caiazza Ida |
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