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Mittente |
Bevilacqua Giovan Domenico |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
14/4/1559 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
Il Philarete, et poi il gentilissimo Messer Nofrio Nazio, m'han dato certezza de la libertà |
Contenuto e note |
Giovan Domenico Bevilacqua scrive a Nicolò Franco. Gli dice che Filarete e Onofrio Nazio gli hanno dato certezza della libertà di Franco, che ora dovrebbe trovarsi presso il Duca di Popoli [Giovanni Giuseppe Cantelmo]. Non appena lo ha saputo, è subito corso alla penna, cosa che non aveva il coraggio di fare prima per timore di dargli dispiacere. Fa riferimento a una visita di Giovan Francesco Sergio che è andato a visitarlo a suo nome. Bevilacqua si dice rallegrato e sollevato alla notizia della rinnovata libertà di Franco, che scrive non da eretico bensì da poeta. Si dice contento anche che si trovi in buono stato di salute, e desidera sapere dove ha intenzione di recarsi adesso. Sarebbe lieto infatti di incontrarlo, e di godere della sua conversazione. Da quando è morto il Duca di Amalfi [Alfonso II Piccolomini, morto il 17 febbraio 1559] Bevilacqua si trova in libertà, non trovando altre sistemazioni che possano soddisfarlo. Si tratterrà quindi a casa sua, promettendo di comunicare a Franco ogni cambiamento di stato. |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, cc. 556r-557r |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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