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Mittente |
Franco Nicolò |
Destinatario |
Padre Agostino |
Data |
6/4/1559 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Fano |
Incipit |
Venerabile Padre, tra le disgratie havute in Roma m'è stato singolar |
Contenuto e note |
Nicolò Franco scrive a Padre Agostino da Bologna, ora frate a Fano. Esordisce dicendo che, mentre si trovava a Roma, gli è stato di grande conforto sapere della riuscita degna del cambiamento d'abito del frate. Loda quindi le sue qualità. Passa poi a parlare delle carte che gli sono state sequestrate mentre si trovava in carcere, benché fossero "indegne di tal castigo". In questi scritti non c'era infatti ombra di eresia, altrimenti non sarebbe stato liberato come cattolico. Ciò che importa è che comunque sono ancora vivi e hanno da vivere ancora abbastanza per rifare ciò che è stato disfatto. Franco è contento di avere amici "di bel giudizio, li quali, conosciuta la fermezza" dell'amore di Franco, avranno di lui "quella credenza che debbono". Nel frattempo, Franco si gode la compagnia di Padre Cornelio e Marcantonio da Mantova, con i quali proprio quella mattina è stato a un "dolce festino in San Pietro in Vincoli". |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, cc. 548v-549r |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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