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Mittente |
Franco Nicolò |
Destinatario |
Soriceo Antonio |
Data |
10/2/1558 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Benevento |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
L'amorevolezza del Signor Castellano, co'l favore ch'egli mi promette de l'Illustrissimo Monsig. Carrafa |
Contenuto e note |
Nicolò Franco scrive ad Antonio Soriceo, dal quale ha già ricevuto tre lettere. Dice che Diomede e Carlo Carafa non hanno potuto aiutarlo per via della guerra. In particolare da Diomede Franco si aspetta che faccia ritorno nella città di Roma. Aggiunge che, se davvero volessero, entrambi potrebbero dargli il pane, cioè aiutarlo, anche fuori di Roma. A Franco non interessa molto sembrare romano, essendo Sannita. Prega Soriceo di supplire a suo nome rendendo grazie ai due Carafa. Lui si recherà a Roma non per scoprire gli altari che lì si celano o per farsi coinvolgere dai vizi, ma per ottenere sostegno. Andrebbe a Roma per vivere qualche tempo nel favore dei suoi Patroni, ricevendo un premio per la sua antica servitù. A Roma potrebbe ritrovare anche Bartolomeo Camerario. Franco si dichiara poeta "nimico no' meno de la legge Hebrea che luterana". |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, cc. 529v-530v |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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