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Mittente |
Gacciola Dolce |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
12/8/1555 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Napoli |
Incipit |
M'havete tanto avezzo, Signor mio, ale cortesie del vostro liberal animo |
Contenuto e note |
Dolce Gacciola scrive a Nicolò Franco. Si è trasferito a Roma, dove si trova al servizio di Giovan Berardino Carbone, che spera gli consentirà "anchora di leccarsi i diti in qualche ragaglia di vivanda che avanzi". Lo ha salutato a nome di Franco, trovandolo molto desideroso di accontentarlo. Ha fatto lo stesso con Antonio Carafa, che gli ha confermato di amare Franco, promettendo di mostrargliene gli effetti a breve. Tuttavia, per volere del papa, è stato trasferito in Piemonte. Anche il Conte di Popoli [Giovanni Giuseppe Cantelmo] ama infinitamente Franco, anzi ha chiesto a Gacciola come mai Franco non pensa al desiderio che ha di giovargli, dato che ora da parte sua "è tempo d'accomodar le sue cose". |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, c. 493r-v |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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