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Mittente |
Gelli Giovan Battista |
Destinatario |
Beccadelli Lodovico |
Data |
13/6/1562 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Firenze |
Luogo di arrivo |
Trento |
Incipit |
Mando a Vostra Signoria Reverendissima i miei 'Capricci' purgati da tutte quelle censure |
Contenuto e note |
Gelli riesce ad inviare a monsignor Beccadelli una versione espurgata dei suoi 'Capricci [del bottaio]', dai quali sono stati tolti numerosi passi riguardanti il purgatorio e la pratica delle indulgenze. In tutta ingenuità confessa di non sapere perché, a suo tempo, aveva impiegato un tono così acre contro la Chiesa: se ne duole dunque e se ne scusa pubblicamente, come risulterà anche dalla nuova lettera di dedica posta in testa ai 'Capricci'. Il segretario dell'ambasciatore di Cosimo I, Domenico Mellini, contatterà presto il prelato per seguire la vicenda, affinché non resti scrupolo alcuno per Beccadelli e per gli altri monsignori; il modo migliore per risolvere la cosa sarebbe, probabilmente, quello di stampare una nuova edizione dei 'Capricci', espurgata e corretta come nella versione acclusa alla lettera. Beccadelli e gli altri prelati considerino ad ogni modo quale può essere il modo migliore per sistemare la faccenda: quale che sia la risoluzione finale, sappiano che Gelli accetterà ogni proposta, nel desiderio di essere "buon figliuolo della sancta Chiesa Romana". |
Fonte o bibliografia |
Parma, Biblioteca Palatina, ms. Pal. 1028/5, cc. 6r-7v; Giovan Battista Gelli, [Opere], in Trattatisti del Cinquecento. Tomo I, a cura di Mario Pozzi, Milano-Napoli, Ricciardi, pp. 1199-1200 |
Compilatore |
Girotto Carlo Alberto |
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