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Mittente |
Piaggesi Cola Tommaso |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
20/4/1555 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Castellammare |
Luogo di arrivo |
Napoli |
Incipit |
Mi son tanto, Sig. mio, trasformato in voi stesso, dico con l'esser con voi ad ogni hora |
Contenuto e note |
Tommaso Cola Piaggesi scrive a Nicolò Franco. Confessa di essersi tanto trasformato in lui da non ritenere più meraviglie le storie dei poeti in cui sono narrate le metamorfosi. Gli sembra pertanto credibile che, tramite l'immaginazione, i poeti possano far trasformare dei personaggi in cigni, aquile, sassi. Gli conferma ancora una volta la sua devozione. Crede che il valore della penna di Franco dovrebbe essere confermato ancora una volta, per cui lo esorta a dare alle stampe i suoi "Commentari" latini per mostrare pubblicamente la qualità del suo stile latino. Spera che questa fatica di Franco compaia presto nel "Theatro de' dotti". Critica i "Sonettini" e il "sonetteggiar", che "è cagione che i belli ingegni" si perdono. Piaggesi confessa di invidiare Franco e promette di andare a trovarlo, sempre che glielo permettano Scipione Longobardo, Giulio Cesare Cesario e gli altri dell'Accademia. |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, cc. 478r-479r |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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