Mittente Gelli Giovan Battista Destinatario Beccadelli Lodovico
Data 9/5/1562 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Firenze Luogo di arrivo
Incipit Certamente che non mi poteva occorrere cosa che io avessi più cara
Contenuto e note Come ha avuto modo di riferirgli Lelio Torelli, monsignor Lodovico Beccadelli e monsignor Antonio Agostini, impegnati nella compilazione dell'Indice dei libri proibiti, hanno trovato nei 'Capricci del bottaio' di Gelli alcuni passi detti "troppo licenziosamente contro le cerimonie della Chiesta". Gelli ringrazia dunque i due prelati per il loro caritativo zelo, e si dice pienamente disponibile, desideroso anzi di purgare le parti più discutibili. Non era intenzione di Gelli scrivere alcunché "contro la religione cristiana": quando anzi aveva saputo della condanna del testo, si era subito indirizzato a Niccolò da Casteldurante, vicario vescovile a Firenze, per chiedere informazioni; e se questo non aveva saputo dargliene, rispondendo che altri dettagli sarebbero venuti da Roma, Gelli non poteva fare a meno di dirsi dispiaciuto per aver "dato scandalo al mondo". Confessatosi dunque, comunicatosi e desideroso di emendarsi, ringrazia i due prelati per quanto stanno facendo e li invita a comunicargli cosa va corretto nei 'Capricci', per poter intervenire in sollecitudine. Ha anzi invitato a Giovanni Strozzi, oratore di Cosimo I, e a Domenico Mellini suo segretario a mettersi in contatto con i due prelati, per poter meglio seguire la vicenda.
Fonte o bibliografia Parma, Biblioteca Palatina, ms. Pal. 1028/5, cc. 2r-3v; Giovan Battista Gelli, [Opere], in Trattatisti del Cinquecento. Tomo I, a cura di Mario Pozzi, Milano-Napoli, Ricciardi, pp. 1197-1198
Compilatore Girotto Carlo Alberto
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