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Mittente |
Franco Nicolò |
Destinatario |
Carafa Giovan Iacopo |
Data |
1555 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
(Rosito) |
Incipit |
L'essersi, Signor osservandissimo, più volte tra noi ragionato sopra le cose del Molza |
Contenuto e note |
Nicolò Franco scrive a Giovan Iacopo Carafa. I due hanno spesso discusso delle opere volgari di Francesco Maria Molza, e ora Franco gli annuncia che sta curando un'edizione. Oltre alle rime raccolte già in diverse antologie, ve ne erano alcune di mano dello stesso Molza che Franco conservava. Franco sa che alcune cose potranno apparire imperfette al lettore, poiché alcuni testi sono incompleti, ma se ne può cogliere la bellezza anche se sono in forma frammentata. Dice che era una sofferenza vedere lacerate, spezzate le poesie di Molza dagli stampatori, che ne pubblicavano i testi in maniera discontinua. Non era corretto neppure che Molza venisse accorpato ad altri autori: nella sua grandezza deve essere pubblicato da solo. Franco ha messo tutta la sua diligenza in quest'opera, ordinandola e correggendola. Voleva farlo sapere a Carafa, al quale fornirà una copia della raccolta. |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, cc. 465v-467r |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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