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Mittente |
Franco Nicolò |
Destinatario |
Soriceo Antonio |
Data |
9/11/1551 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Cosenza |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Queste son di belle Insalate, che ne mandate in Cossenza, et non so se la mescolanza di tanti bei frutti |
Contenuto e note |
Nicolò Franco scrive ad Antonio Soriceo per ringraziarlo di alcuni doni mandati al Conte di Popoli [Giovanni Giuseppe Cantelmo], dei frutti che "son di belle Insalate" e della selvaggina. Fa commenti ironici sui signori, che sono "sempre più disposti al ricevere che non al dare". Sarebbe impossibile, per Soriceo, provare a non essere cortese, quindi lo esorta sì a continuare a visitare il Conte, ma non così spesso. Racconta che il Capitano Alessio [Caporelli] è per questo in collera, sostenendo che "il diavolo si fa beffe dei bisognosi, quando gli vede donare a chi non ha di bisogno". Definisce i doni degli altri preti "cornacchie bianche, se pure non gli chiamaremo uncinelli, con i quali si suol gittare la scardova per pigliarci lo storione". |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, c. 362r-v |
Compilatore |
Carmine Boccia; Federica Condipodero |
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