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Mittente |
Blasco Grandonio |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
23/7/1551 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Santa Severina |
Luogo di arrivo |
Catanzaro |
Incipit |
Da quel giorno, che io vi viddi in Santa Severina co'l Conte di Popoli |
Contenuto e note |
Grandonio Blasco, originario di Taverna, scrive a Nicolò Franco una lettera piena di elogi. Dice che dal primo momento in cui lo ha visto a Santa Severina con il Conte [di Popoli, Giovanni Giuseppe Cantelmo] ha sentito di essergli obbligato. La sua opinione sull'intelletto di Franco è stata confermata dalla lettura delle sue opere, quindi non si può più parlare di opinione bensì di "efficacissima apparenza". Loda le "Novelle di rarissima inventione, le Prediche saporite et piene d'accorto ingegno". Lo esorta a pubblicare "i volumi de l'altre lettere dopo il primo", poiché "il mondo ignorante non conosce il pregio de lo scrivere in questo stile". Fa una riflessione sulla distanza tra Franco e quegli scrittori di lettere che "sono satievoli al primo boccone, senza alcuna piacevolezza, privi di novità". Lo prega, in nome "di quello amore che portate alle buone lettere et a la grande aspettatione dei buoni", di dare alle stampe i suoi "Commentari" latini. Raccomanda poi il figlio Galeno, presentandolo come "figliuolo et servo". |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, BAV, Vaticano latino 5642, cc. 346v-348r |
Compilatore |
Federica Condipodero |
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