Mittente Arrivabene Giovan Francesco Destinatario Franco Nicolò
Data 1547 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Villa Luogo di arrivo Mantova
Incipit Signor mio, Io mi solea pur ridere di questa benedetta Geomantia quando vedea certi huomini
Contenuto e note Giovan Francesco Arrivabene scrive a Nicolò Franco una lunga lettera in cui fa considerazioni ironiche su alcune pratiche divinatorie, in particolare sulla geomanzia. Racconta di essersi trovato a conversare sull'argomento con alcune persone e che ciò è stato causa di molte risa. Ricorda che tale Giacobbe Ebreo allievo di Pietro d'Abano ha provato a persuaderlo della ragionevolezza di questa pratica. Cita poi altre auctoritates (Agrippa, "libro del Buggiardello") e pratiche divinatorie: la necromanzia (di cui parla anche Lucano), la piromanzia, l'aeromanzia e l'idromanzia.
Fonte o bibliografia Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 581-583
Compilatore Carmine Boccia; Federica Condipodero
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