Mittente Bellentani Giovan Francesco Destinatario Franco Nicolò
Data 1547 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Carpi Luogo di arrivo Mantova
Incipit Come che tutte le cose vostre, mi sieno, quali debbono esser grate
Contenuto e note Giovan Francesco Bellentani risponde a Nicolò Franco ringraziandolo per il sonetto e promettendogli una copia del Commentari su Tibullo. Provando a dare una risposta alla sua richiesta di motto sulle tre donne amate da Tibullo, si dilunga in una spiegazione e rievocazione di luoghi testuali di principali autori latini. Dice che la Delia amata da Tibullo viene chiamata Plania da Apuleio. Nel secondo volume di poesie Tibullo amò Nemesi. Ovidio negli 'Amores' distingue tra Delia e Nemesi. Marziale invece le considera come un'unica persona e attribuisce a Nemesi un verso che Tibullo indirizza a Delia. Ovidio fa la stessa cosa. Neera viene menzionata invece solo da Orazio. Bellentani ipotizza che Neera e Nemesi siano da unificare e che, amando Tibullo Nemesi nel terzo libro col suo nome, nel secondo abbia voluto celebrarla con il nome di Neera. Nel quarto Tibullo ama invece Sulpicia e Cherinto, un giovinetto menzionato anche da Orazio.
Fonte o bibliografia Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 544-545
Compilatore Carmine Boccia; Federica Condipodero
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