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Mittente |
Arrivabene Giovan Francesco |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
1546 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Mantova |
Luogo di arrivo |
Mantova |
Incipit |
Che duoni, o che favori attenderemo noi dalle stelle dai quali i virtuosi hanno i loro sussidi |
Contenuto e note |
Giovan Francesco Arrivabene scrive a Nicolò Franco dopo che questi gli ha inviato la sfera armillare che Leone Ebreo [Leone Portalioni] ha realizzato per lui. Avendola mostrata ad alcuni gentiluomini, si è trovato costretto a difedenderla nel momento in cui quelli la sminuivano. Quando si è cominciato a parlare dei moti delle stelle, Arrivabene si è trovato costretto a contrastare l'ignoranza difendendo la scienza astronomica. Si dispiace che Franco a Mantova non abbia visto la sfera di Giovan Battista Passovino, che descrive nel dettaglio. Afferma che Passovino è stato "a questi tempi Atlante che se ne dice primo inventore sì ella è nuova, sì piena di ciò che ci bisogna dintorno". Costruita in metallo, è più grande di quella realizzata da Leone e permette di osservare come si verificano le eclissi di sole e luna. L'Equatore è segnato con l'oro, i due poli con l'argento, i Tropici del Cancro e del Capricorno in oro e argento. Gli rimanda indietro la sfera armillare e si dice contento che Franco abbia potuto avere un'anticipazione delle virtù di Giovan Battista Passovino. |
Fonte o bibliografia |
Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 518-521 |
Compilatore |
Carmine Boccia; Federica Condipodero |
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