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Mittente |
Somenzo Dionisio |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
14/1/1544 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Bologna |
Luogo di arrivo |
Casale Monferrato |
Incipit |
Anchora che la profession mia sia di studiar leggi et a quelle con quasi tutto l'animo mi dia |
Contenuto e note |
Dionisio Somenzo, giurista bolognese, scrive a Nicolò Franco. Esordisce dicendo che la sua professione è quella di "studiare leggi", ma spesso si dedica "ad altre sorti di lettere". In particolare, è appassionato di letteratura in volgare, dichiarandosi amante e affezionato soprattutto ai testi di Franco, che loda e apprezza. Afferma che quelle opere, "di sì maraviglioso arteficio tessute", resisteranno all'ingiuria del tempo, essendo destinate all'immortalità. Riferimento velato alla corrispondenza con la Lucerna che si trova nelle Pistole vulgari: "...si godono infinite gratie ogni hor rendendo alla rilucentissima lucerna". A nome di Vincenzo Picco chiede a Franco il testamento di Girolamo Valmacca, detto il "Delicato", capitano di ventura di origine fiamminga e grande giocatore di primiera (il riferimento è a una lettera che a Leonardo Arrivabene che si legge nelle Rime contro Aretino e nella quale Franco introduce il Testamento del Delicato, componimento in strofe di cinque versi). |
Fonte o bibliografia |
Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 264-265 |
Compilatore |
Carmine Boccia; Federica Condipodero |
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