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Mittente |
Franco Nicolò |
Destinatario |
Castriota Antonio, Duca di Ferrandina |
Data |
20/11/1543 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Casale Monferrato |
Luogo di arrivo |
Milano |
Incipit |
A che, marauigliarvi di me, Signor Illustrissimo, se da quel tempo ch'io di Napoli |
Contenuto e note |
Nicolò Franco scrive al Duca di Ferrandina, Antonio Castriota, figlio di Alfonso. Questi, che era stato protettore di Franco durante il primo soggiorno napoletano, lo aveva invitato più volte a Vigevano, promettendogli una pensione. Franco però aveva rifiutato ogni offerta dichiarando di non voler essere un uomo di corte. In questa lettera Franco afferma che il nome di Castriota è giunto alle sue orecchie prima di un combattimento nel quale poi Castriota si è distinto. Franco non ha voluto scrivergli nell'imminenza della battaglia, "perché il silentio mio si convertisse a la fine in un altissimo giubilo". Si complimenta con lui, quindi, per la vittoria ottenuta. Lo ringrazia dell'offerta di una pensione fattagli tramite Giovan Cane, rifiutandola. Anche se è richiesto da più principi, non vuole farsi imprigionare all'interno di qualche corte. Conserva vividamente la memoria del padre Alfonso che lo aveva soccorso. |
Fonte o bibliografia |
Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 241-243 |
Compilatore |
Carmine Boccia; Federica Condipodero |
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