|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Cazza Giovan Agostino |
Destinatario |
Franco Nicolò |
Data |
3/9/1543 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Biandrate |
Luogo di arrivo |
Casale Monferrato |
Incipit |
Per esser io di sì poco valore come io mi sono, non havrei havuto ardire di tor la penna |
Contenuto e note |
Giovan Agostino Caccia ("Cazza") scrive una lettera a Nicolò Franco. Cazza, gentiluomo novarese, aveva fatto parte dell'Accademia dei Pastori con il nome di Lacrito (con cui si presenta nel primo verso del sonetto qui accluso) e aveva pubblicato alcune rime a Venezia. La missiva è un elenco delle virtù di Franco, a cominciare dalla 'giocosità' e dalla 'cortesia'. Testimonianza di queste virtù sono "gli infiniti buoni che v'amano in questo secolo". Il sonetto aggiunto in calce contiene riferimenti ironici al conflitto tra Francesco I e Carlo V. |
Fonte o bibliografia |
Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 229-230 |
Compilatore |
Carmine Boccia; Federica Condipodero |
|
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|