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Mittente |
Franco Nicolò |
Destinatario |
Moro Girolamo |
Data |
1541 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Casale Monferrato |
Luogo di arrivo |
Casale Monferrato |
Incipit |
Debbo restare obligato a la malignità de' nimici |
Contenuto e note |
Nicolò Franco scrive a Girolamo Moro, suo amico, definito persona vigliacca da Aretino in una lettera a Sigismondo Fanzino. Franco inveisce con ferocia contro "la malignità de' nemici", tra i quali spera di riuscire, un giorno, a far pentire qualcuno. Professa la sua libertà, intesa come assenza di vincoli professionali ed esistenziali: "nacqui libero et morrocci", in particolare in riferimento ai legami con figure clericali. Segue un elenco di nomi di amici, dei quali Franco si dice felice, molto più di quanto potrebbe "buscare da la servitù cortigiana". Viene menzionato Giovanni Iacopo Bottazzo, animatore con Franco dell'Accademia casalese degli Argonauti; Matteo Crivelli, corrispondente da Mantova; Giulio Pellicello, amico di Franco a Casale; Leonardo Arrivabene, figlio di Giovan Francesco e protettore di Franco; Bessario de' Malvezzi, letterato che faceva parte dell'Accademia degli Argonauti col nome di Palinuro. Rispetto all'amicizia di tutti coloro, Franco afferma, non è assolutamente conveniente andare in cerca dell'appoggio di chierici e preti, che potrebbero essere utili solo in quanto fonti informative per la sua 'Historia'. |
Fonte o bibliografia |
Nicolò Franco, Epistolario (1540-1548), a cura di D. Falardo, Stony Brook, NY Forum Italicum Publishing, 2007, pp. 62-64 |
Compilatore |
Carmine Boccia; Federica Condipodero |
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