|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
Zanchi Floriano, padre |
Data |
|
Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Vicenza |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Dio vi tenga sempre unito con quel principio di filosofica individuatione |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive a padre Floriano Zanchi. Con un linguaggio molto allusivo ed enigmatico, dichiara di non volersi tenere lontano dalle riflessioni filosofiche di padre Floriano, nate nel caldo e tra le lagune [di Venezia] e sostenute dagli amici. Scherzando, afferma che scriverà una burla come il "Pievan Arloto" [Arlotto Mainardi, detto Piovano Arlotto, 1396-1484, autore di motti e facezie]. Querini si lamenta, invece, del caldo e della polvere [di Vicenza], dove il sole lo ha ridotto "a forma di lanterna" [cioè molto magro: cfr. GDLI, ad vocem, n. 4] e dove, per sfuggire alla malinconia [dovuta alla lontananza da Venezia, sua "patria", come la definisce nella lettera con incipit "Così potess'io assicurarmi da' mali incontri, che seco porta il viaggio"] dice, scherzando, di essere costretto a mangiare "camamilla secca" invece di "lattuga fresca". Lo saluta, "rosto" [arrostito] come è. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Scherzare"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, cc. 107r-107v. |
Compilatore |
Barozzi Elisa - Carminati Clizia |
|
 vai al documento
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|