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Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
Tiepolo Luigi |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Malta |
Incipit |
Altra prudenza non vedo, che ci volesse per ostare alla poca creanza |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive al signor Luigi Tiepolo. [Si fa riferimento alla lettera con incipit "O che patienza, o che virtù fu quella di Vostra Signoria Clarissima", nella quale si parla di una animata lite che ha visto coinvolto anche il signor Girolamo Mocenigo]. Loda la prudenza [usata da Tiepolo] nell'opporsi ai signori Orlandi, che hanno agito "con far furioso" [evidente riferimento all''Orlando furioso' di Ludovico Ariosto] e si sono comportati in modo volgare ["diedero quasi in zarra": zarro è termine riferito a persone di bassa estrazione sociale e con un comportamento volgare]. Il suo comportamento pacato, invece, ha reso vana "ogn'arte Mazanzese" [o Maganzese, appartenente cioè alla stirpe di Maganza, nemica a Carlo Magno, con ulteriore riferimento all'opera di Ariosto]. Per questo racconta che, il giorno successivo al diverbio, dopo la partenza di Tiepolo insieme a Mocenigo, ha potuto vedere negli Orlandi qualche segno di pentimento. Gli chiede di tornare presto [a Napoli] per poter dimostrare, di persona, la validità dell'opinione che si ha di lui. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Materie miste"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, c. 88r. |
Compilatore |
Barozzi Elisa |
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